La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Il mostro di Firenze, Parte 3

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AlexandraS~
Posted on 4/1/2011, 21:21     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




La storia potrebbe impressionare, le foto possono dar fastidio a chi piu sensibile visto che in alcuni casi sono abbastanza crude, quindi consiglio di non continuare la lettura a chi sa o sente di non poter riuscire a non agitarsi.


Il previdente criminologo ci aveva azzeccato: il killer era tornato. Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore erano stati uccisi nello stesso modo di Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi.
Olinto dell'Amico si era ricordato dell'omicidio del '74 e Silvia della Monica aveva ritrovato il fascicolo dell'epoca, quindi i due delitti erano collegati. La pistola, la Beretta calibro 22 Winchester con proiettili di serie H era la stessa: era la stessa? Come poteva esserlo? Come poteva una pistola sparare nel 74 e tornare a sparare nel 1981? Nelle stesse circostanze poi...
Prima di trovare il modo, la Della Monica si concentrò sul perchè: furono battute tutte le parti delle vite dei quattro ragazzi. Giovanni, come Pasquale, abitava a Pontassieve e forse l'assassino era li, magari aveva qualcosa in sospeso con i due giovani. Invece nulla, non saltò fuori niente.
La procura quindi si affidò a coloro che considerava testimoni, invece che assassini: i guardoni.
Era facile arrivare ai guardoni, bastava andare alla Taverna del Diavolo ed era altrettanto facile, arrivare a Vincenzo Spalletti che ormai aveva sparso la voce di aver visto la De Nuccio e il Foggi uccisi proprio domenica mattina o peggio, la notte di sabato.
Fu dapprima interrogato un soggetto, che la sera prima (il 6 giugno 1981) aveva battuto la zona dov'erano stati uccisi la De Nuccio e il Foggi insieme ad un suo amico, ma il sospettato disse di non aver notato nulla di particolare se non il suo compare: i due, notando la serata fiacca, si erano lasciati. Invece Vincenzo Spalletti aveva continuato il giro delle campagne ed era stato notato dal suo amico.Quest'ultimo però, spesso non viene ricordato, telefonò al fratello di Spalletti quattro giorni dopo l'arresto di questi, e gli disse "Devi sapere che mi stanno minacciando, e che se non sto zitto mi fanno fare la fine di tuo fratello".
Spalletti, convocato in questura già l'11 giugno, disse di non essere mai stato nello spiazzo di campagna ma, una volta messo al corrente della versione dell'amico, cambiò versione: disse di aver caricato una prostituta napoletana, di aver consumato e poi di essere tornato a casa per la mezzanotte. La Della Monica ovviamente non gli credette: poteva una prostituta farsi rimorchiare da un cliente mai visto che vuole portarla a 20 km dal posto di lavoro? E poi, prova schiacciante, la smentita della moglie di Spalletti, che dichiarò di averlo visto rientrare la mattina del 7 giugno, dopo essere andata a letto alle 2.00 stanca di aspettare. L'uomo, confessò alla donna di aver visto i due ragazzi, raccontò quello che era stato fatto a Carmela, quindi le prove erano schiaccianti contro Spalletti: magari non aveva ucciso, ma aveva sicuramente visto, doveva solo parlare. Ma non lo fece. Disse di aver appreso la notizia dai giornali, ma i giornali avevano pubblicato la storia il lunedi; poi disse di essere andato al bar e aver sentito le voci, alle 11.00 del mattino, ma era troppo presto per far circolare delle voci cosi precise; l'incalzante interrogatorio di Della Monica si concluse con la chiusura totale di Spalletti, che finì in carcere per reticenza e falsa testimonianza.
Mentre l'uomo è in carcere, la moglie riceve delle strane telefonate dove una voce le annuncia il rilascio sempre più vicino dell'uomo: inoltre, un amico guardone di Spalletti, sentito dagli inquirenti, ammise che all'epoca del delitto, vagando per quelle zone, venne fermato da un soggetto in divisa che lo minacciò, gli intimò di andarsene e che, per intimorirlo, gli mostrò una pistola.


Quarto omicidio: Baldi - Cambi

La storia
Spalletti è in carcere la sera del 22 ottobre 1981, sempre notte di novilunio.
Siamo a Travalle di Calenzano, vicino Prato.
Sono le 20.05 quando Stefano Baldi e Susanna Cambi hanno appena messo alcuni oggetti nel bagagliaio della Golf nera di lui, con il fine di uscire da casa di lei, ma a Firenze. Il ragazzo 26 anni, operaio tessile, la ragazza 24 anni, centralinista, dovranno sposarsi tra qualche mese: sono fidanzati da una vita. Stefano vuole restare con gli amici a vedere la partita, ma poi decide di passare la serata con Susanna: sicuramente vogliono fare l'amore. Non verranno piu rivisti.

Due pensionati, proprietari del terreno che camminavano di lì, si ritrovano di fronte ad una scena agghiacciante: siamo al 23 di ottobre. Una golf nera è stata abbandonata nel campo e a 3 mt circa di distanza da lì, c'è un corpo: il cadavere è di Stefano Baldi, trivellato di colpi; poco piu lontano c'è una giovane, è Susanna Cambi. La scena era già vista ovviamente: corpo di donna massacrato e mutilato, corpo di uomo annientato, borsetta dal contenuto sparso a terra...però in questo caso era a 200 mt, questo fa strano. Si può pensare che questo gesto, per il killer, ha un significato particolare.
Quindi il mostro, che finora era stato chiamato Chirurgo della Morte, era ancora a piede libero: non era Vincenzo Spalletti. Nelle zone toccate dal maniaco, si sparse il terrore del Chirurgo, anzi: tutti erano pronti a far circolare voci su quel medico X o quel medico Y e naturalmente, i piu accreditati come possibile mostro, erano i ginecologi. La polizia tenne per sè l'identikit di un possibile sospetto, fatto proprio dopo l'omicidio Baldi/Cambi: due giovani notarono un Alfa GT rossa che per poco non li investì, alla guida un uomo dall'aria stravolta, sui 45 anni, con folte sopracciglia. La polizia nascose l'identikit, per evitare la diffusione di panico, di falsi riconoscimenti.
Spalletti venne ovviamente rimesso in libertà, con non poco fastidio da parte del procuratore Dalla Monica.

La scena del crimine
L'auto è a 60 mt dall'imbocco della strada: il finestrino destro è totalmente assente, molto probabilmente lo sparo lo ha frantumato dall'esterno verso l'interno, visto che i vetri sono quasi tutti nella macchina. Dentro c'è un agenda, dentro un borsello che contiene dei documenti dell'autovettura di baldi, poi anche una borsetta da donna completamente vuota. L'orologio e l'orecchino di Susanna sono stati trovati fuori dall'auto, insieme ad una foglia completamente sporca di sangue. Ad alcuni metri viene trovata una pietra di basalto nero a forma piramidale, che alcuni faranno risalire alla pista esoterica; a 5mt dal fronte dell'auto c'è un impronta di scarpone da pesca/caccia taglia 44: seguendo le tracce si arrivava oltre la fattoria abbandonata.
Susanna è a 5 mt dalla macchina, sulla destra, tra due filari di vite, un bel po di metri all'interno; mentre Stefano è sulla sinistra, 3 mt avanti l'auto.
L'assassino spara 7 volte, i bossoli ed i proiettili verranno tutti ritrovati: poi, visto che i due amanti erano l'uno sull'altra, porta fuori Stefano e lo abbandona sul lato sinistro della strada, lo trascina fuori e lo lascia lì, sul fianco sinistro.
Stefano ha ricevuto 4 colpi di pistola, al viso, due al torace (attraversando cuore e polmoni uno, lato sinistro del torace l'altro) di esito mortale, l''ultimo alla base del torace; e 4 di arma bianca, una al lato sinistro del collo e tre sul dorso; infine un taglio al dito provocato da uno dei vetri presenti sulla scenda del crimine. E' nudo dalla cinta in giu, con i soli calzini e uno stivale (l'altroè accanto ai pedali dell'auto), sotto i glutei ha il maglione e nei pantaloni vengono ritrovati 29'000£ ed il portafogli con i relativi documenti, nonchè gli occhiali sul cruscotto. Sotto un unghia ci sono due capelli, che poi coincideranno con quelli di Susanna, e delle fibre di lana, probabilmente del maglione.
La ragazza invece presenta 6 ferite d'arma da fuoco: sull'arto superiore destro, uno sul dito della mano destra, sul gomito, due sull'emitorace destro posteriore dall'esito mortale, alla base dell'emitorace destro. Ovviamente anche Susanna ha delle ferite d'arma bianca post mortem, una sotto il seno sinistro, l'altra in regione scapolare destra. E' stata trovata supina nel fosso di viti, con le braccia sulla testa, a gambe divaricate e con in mano una ciocca di capelli di Stefano, inoltre ha varie escoriazioni dovute al trascinamento e un taglio sul capezzolo sinistro dovuto ai vetri del finestrino venuti addosso durante lo sparo. Il pube è stato totalmente asportato, ma comprendendo una zona piu ampia (peritoneo) ma con tagli piu rozzi, imprecisi, lontani da quei tagli chirurgici del precedente delitto.
Secondo il medico legale, i ragazzi sono stati uccisi intorno alle 24.00, nell'atto preliminare del rapporto.

La ricostruzione
Secondo il professor Maurri, Stefano è stato spostato dall'auto (fatto finora mai successo) perchè era necessario, infatti Susanna era sotto di lui: la separazione è piu che altro psicologica, l'assassino ha bisogno di separare i due amanti. Stefano è stato tirato fuori dal lato del passeggero e poi è stato scaricato dall'altra parte della strada, dalla parte opposta a Susanna.
Per quanto riguarda la borsetta, stavolta non è stata controllata: al suo interno c'era un documento di Stefano e quindi questo fa pensare ad un'azione di riordino da parte dell'assassino; se fosse cosi, il libretto era fuori dal ripostiglio portaoggetti dell'auto..... come nel 1974. Un agente che chiede documenti, ancora?
Il gesto sembra quasi una firma dell'assassino.

Le indagini
Ripartono da questo delitto.
Una strana telefonata giunge a casa della zia di Susanna, proprio il 23 ottobre 1981: infatti Susanna, la madre e la sorella abitavano li da qualche settimana, in attesa che si liberasse un appartamento dove sarebbero andate a vivere. Pochissimi sapevano che abitavano lì. Eppure, arriva una telefonata per la madre di Susanna.
-"Vorrei parlare con la mamma di Susanna Cambi"
-"Sono la zia, dica pure a me"
-"No, vorrei proprio la mamma di Susanna Cambi"
-"Ma dica pure a me!"
-"No, devo parlare con la madre, devo parlare della ragazza".
La donna passa il telefono alla madre di Susanna, ma la linea è caduta: la SIP, che gestiva quella zona di utenze, era stata messa a fuoco stranamente mesi prima.
Le indagini si fermano a questa telefonata, così si passa un inverno di terrore che porterà sicuramente ad altro sangue.


La zona del massacro.


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Edited by AlexandraS~ - 30/1/2011, 16:32
 
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