La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Il massacro del Circeo, Parte 1

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AlexandraS~
Posted on 19/12/2010, 19:16     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Inauguriamo la nuova sezione parlando di un mistero che sa poco di “gran mistero” (considerando che è un caso risolto), ma di puzzle infinito, dove al quadro già abbastanza agghiacciante, si aggiungono nel corso del tempo altre piccole immagini piu terrificanti ed oscure.
Il massacro del Circeo è forse un fatto con il quale siamo nati, che non abbiamo vissuto impietriti di fronte la tv, ma che continua a paralizzare chiunque lo senta.
Lascerò parlare Donatella in alcuni punti, perché è lei il vero centro della storia: è lei il motivo che mi ha spinta a raccontare questa terribile storia, lei che ha combattuto con le unghie e con i denti per la vita fino all’ultimo istante ed è per lei che si continua a versare parole per raggiungere un solo obiettivo. La giustizia.

Siamo a fine settembre, dell’anno 1975, a Roma. Due ragazze stanno parlando con due ragazzi: scena comune insomma, a chi non capita di scambiare qualche parola con uno sconosciuto, in un bar.
Il bar in questione è il famoso bar con il Fungo, all’EUR.
Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, 17 e 19 anni, sono due giovani provenienti da modeste famiglie della capitale, che risiedono nella zona popolare di Roma: sono amiche. Rosaria non ha finito le medie, ha due genitori anziani e tutte le speranze di vivere una vita normale stanno sparendo: i soldi son pochi, la casa di due stanze all’Ardeatino è umile. Donatella è figlia d’impiegato e maestra elementare, poco meglio.
Le due avevano conosciuto un certo Carlo, al cinema, qualche giorno prima: si erano scambiati i numeri di telefono per rivedersi ancora e infatti, così fu. Con lui, arrivarono anche due ragazzi, Angelo e Gianni; sembrano simpatici, educati, disponibili e questo spinge le due giovani a rinnovare la promessa d’incontro.

Chi sono quei tre bravi ed educati ragazzi? Perbene, studenti, dal futuro roseo, fascisti: hanno orologi preziosi, vestiti eleganti e auto sportive all’ultima moda. Forse la borghesia, i soldi, la solita vista svogliata li spinge a cercare emozioni forti; sensazione che forse colmano con quegli orologi, l’azione di destra estrema, quelle auto potenti.
Il famoso Carlo ombriamolo, togliamolo completamente dalla scena di questo terrificante puzzle. E’ solo un tramite, una conoscenza che porta Donatella e Rosaria da Angelo e Gianni , i veri bravi ragazzi.
Angelo e Gianni.
Angelo si chiama Angelo Izzo, 17 anni, proviene da una famiglia borghese medio alta visto suo padre ingegnere costruttore. E’ uno studente di medicina che l’anno prima aveva violentato due ragazzine insieme ai suoi compagni e non aveva mai scontato la pena , per la sospensione condizionale. E’ in cura da uno psichiatra, che gli diagnostica nevrosi maniaco -depressive.
Gianni invece, è Giovanni Guido, 19 anni, un futuro da architetto e una famiglia con i soldi alle spalle, visto il padre bancario.
L’ultimo bravo ragazzo lo vedremo tra poco.

E’lunedì 29 settembre 1975, Donatella e Rosaria hanno appuntamento con Carlo, Angelo e Gianni, ma si presentano solo gli ultimi due: Carlo, dicono, è ad una festa. Una festa nella sua villa di Lavinio. Sembra tutto così ricco, esclusivo, con in. Donatella e Rosaria non battono ciglio anzi, sono addirittura felici di aver conosciuto questi bravi ragazzi, ricchi così tanto da potersi permettere addirittura una villa a Lavinio.
Angelo e Gianni invitano le due in macchina, una Fiat 127, e dopo un veloce giro si fermano ad un bar, per fare una chiamata. Quella chiamata fu fatta ( o no?)a Carlo, che invitò tutti alla villa: Donatella percepiva qualcosa, o meglio, non era abituata a fidarsi così tanto di persone sconosciute, ma quei bravi ragazzi erano cosi affabili, cosi educati, gentili, che accettò.
-"L'appuntamento è per le quattro del pomeriggio. Arrivano solo Angelo e Gianni, Carlo, dicono, aveva una festa alla sua villa di Lavinio, se avessimo voluto raggiungerlo… ma a Lavinio non arrivammo mai. I due a un certo punto si fermano a un bar per telefonare a Carlo, così dicono; quando Gianni ritorna in macchina dice che l'amico avrebbe gradito la nostra visita e che andassimo pure in villa che lui stava al mare."-

Arrivano tutti in villa, ma la villa non è a Lavinio: è sul promontorio del Circeo, nella zona “Punta Rossa”. A San Felice Circeo.
Perché mentire?
I ragazzi entrano nella villa e raggiungono il giardino: è molto bella, ampia, luminosa e la vista è spettacolare. Due piani, taverna, garage.
Ma perché fermarsi in giardino?
Angelo e Gianni, all’improvviso, come se posseduti da un demone, invasi da un fuoco all’Arancia Meccanica, si rivelarono per la loro vera natura. Chiesero alle ragazze di fare l’amore, ma le due rifiutarono. Ovvio no? I due tentarono ancora e offrirono un milione ad entrambe, ma le due rifiutarono ancora. Ovvio no? Chi avrebbe accettato una proposta così squallida?
Ed è lì che la piacevole scampagnata di quel lunedì pomeriggio si tramutò nell’incubo ormai ben conosciuto ai più.
Uno dei due tirò fuori una pistola e una manica di fandonie: tirano in ballo i marsigliesi, una rapina alla gioielleria.
-“ I due si svelano subito e ci chiedono di fare l'amore, rifiutiamo, insistono e ci promettono un milione ciascuna, rifiutiamo di nuovo. A questo punto Gianni tira fuori una pistola e dice: "Siamo della banda dei Marsigliesi, quindi vi conviene obbedire, quando arriverà Jacques Berenguer non avrete scampo, lui è un duro, è quello che ha rapito il gioielliere Bulgari" (…) Cominciarono a dirci che appartenevano alla banda dei Marsigliesi e che Jacques, il loro capo, aveva dato l'ordine di prenderci in quanto voleva due ragazze.”-
Le due ragazze scoppiano a piangere e Gianni continua a minacciarle con la pistola: così, immersi nel silenzio della zona snob del Circeo, le portano in bagno e le chiudono a chiave. Gianni però ha un impegno, qualcosa a cui non può proprio rinunciare: la cena a Roma con mamma e papà.
Direte voi, ha appena sequestrato due donne, le ha minacciate con la pistola, le ha chiuse in un bagno di una villa di sconosciuti, e si preoccupa se la mamma non lo vede tornare per cena? Ovvio.
Gianni lascia la villa, lascia Donatella e Rosaria in mano a quel bravo ragazzo di Angelo, che le costringe a turno ad avere rapporti sessuali con lui.

Non sono mai stata una femminista, né maschilista. Sono sempre stata per la parità di diritti per entrambi i sessi e presumo che per voi sia lo stesso, ma provate solo per un istante. Un uomo è fisicamente forte, nella maggior parte dei casi sempre più di una donna e quindi questa deve avere in mano un’arma potente per poter fermare l’uomo che la minaccia. Qui ci troviamo di fronte a degli uomini quindi forza maggiore e plurale, di fronte a donne assolutamente disarmate. Avete paura per loro? Sentite il terrore entrarvi dentro perché immedesimandovi vi scoprite totalmente in minoranza e chiaramente disarmati, in balia del cervello perverso di un altro soggetto.

A tarda sera torna Gianni e con lui c’è il misterioso Jaques: sono visibilmente fatti come pupazzi di neve, barcollano, ridono e si atteggiano a grand’uomini.
Fanno discorsi misogini, razzisti, tutto il contrario dell’educazione mostrata nel pomeriggio. Infatti, i tre bravi ragazzi, ora riuniti, sono degli antifemministi: odiano le donne, ma le odiano ancora di piu se sono di ceto basso. La povertà o la difficoltà economica è motivo di odio, di discriminazione e l’identità sessuale è un ulteriore motivo di emarginazione. L’avere difficoltà economiche, non appartenere ad un certo ceto, l’essere poveri, era una motivazione valida per violentare, massacrare, ammazzare tutti colori che non appartenevano al loro stesso ceto. L’essere donna significava essere inferiore, dover subire le scelte, le idee, la società creata dagli uomini e quindi subire anche i vizi, le umiliazioni e le violenze che gli uomini facevano. “Era prassi consolidata nel gruppo stuprare le ragazze”, frase di Angelo Izzo.
Donatella e Rosaria erano donne, non abbienti. Capite?

Chi è il terzo bravo ragazzo? Chi è Jaques?
Il vero nome di Jaques è Andrea Ghira, 22 anni. Figlio dell’ennesimo costruttore, stimato e rispettato: due anni prima il giovane era stato condannato per rapina a mano armata, insieme ad Izzo, che gli valsero 20 mesi a Rebibbia. A scuola formò un gruppo neofascista che giustificava e inneggiava alla violenza per l’affermazione sociale. Inoltre a casa sua verranno ritrovati busti di Hitler, Mussolini, libri di Evola che pubblicizzavano la supremazia della razza. Andrea Ghira… una sorta di Alex DeLarge dei poveri.

E’ alle 23 che le due vengono tirate fuori dal bagno: botte, violenze, minacce, discorsi misogini, razzisti, umiliazioni, ancora violenze, ancora minacce, ancora botte, ancora violenze, ancora botte, ancora violenze…
Questa è la notte di Donatella e Rosaria.
Il sangue, le ferite, gli urli, le botte, gli stupri di gruppo, singoli, violenti, sadici, le orgie. La violenza sessuale è il tema di tutta quella notte di terrore; le violazioni di quei corpi puri nello spirito, nelle idee, nel rispetto degli altri, diventano spettri veri che avrebbero accompagnato la vita di chiunque li avesse vissuti.
Donatella prova a reagire, arriva al telefono, fa il 113: “Mi stanno ammazzando” grida, ma una spranga di ferro le arriva alla schiena e ovviamente il 113 italiano non è il 911 americano, che richiama anche solo dopo uno squillo che poi si butta giù.
Andrea disse che le avrebbe riportate a Roma e con questa scusa, le droga: fanno tre iniezioni per una, ma Donatella e Rosaria non perdono i sensi, si svegliano ancora di più. Le ragazze non sono calme, urlano, si agitano, cosi i tre decidono di separarle.
Strappano Rosaria da Donatella e la portano in bagno, tra le urla: urla che cadranno in un silenzio che terrorizzerà Donatella, che capì all’istante. La stavano uccidendo. Infatti, Rosaria venne portata in bagno picchiata a sangue di nuovo ed annegata. Forse una sorte orribile, ma in quel momento (pensiero mio) si arriva anche a desiderare la morte, per disperazione, per liberarsi da tutto quel male, dalle violenze, dalle botte.
Donatella viene legata per il collo con una corda e viene trascinata a forza per tutta la casa, colpita a calci, pugni, sprangate, dai tre bravi ragazzi di famiglie borghesi. Altre violenze, altre minacce, altre botte.
- “Verso sera arriva Jacques. Jacques in realtà era Andrea Ghira, dice che ci porterà a Roma ma poi ci hanno addormentate. Ci fanno tre punture ciascuna, ma io e Rosaria siamo più sveglie di prima e allora passano ad altri sistemi. Prendono Rosaria e la portano in un'altra stanza per cloroformizzarla dicono, la sento piangere e urlare, poi silenzio all'improvviso. Devono averla uccisa in quel momento. A me mi picchiano in testa col calcio della pistola, sono mezza stordita, e allora mi legano un laccio al collo e mi trascinano per tutta casa per strozzarmi, svengo per un po', e quando mi sveglio sento uno che mi tiene al petto con un piede e sento che dice: "Questa non vuole proprio morire", e giù a colpirmi in testa con una spranga di ferro.”-

::Parte 2::

Edited by AlexandraS~ - 11/7/2011, 23:57
 
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