La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

I Saturnali

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Morgwen )o(
Posted on 17/6/2014, 12:17     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




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I Saturnali erano un ciclo di festività della religione romana, si svolgevano a Roma dal 17 al 23 dicembre (periodo fissato in epoca imperiale da Domiziano).
La festa era dedicata a Saturno, dio dell' "età dell'oro", descritta da Esiodo ne "Le opere e i giorni" come la prima età mitica nella quale «...un'aurea stirpe di uomini mortali crearono nei primissimi tempi gli immortali che hanno la dimora sull'Olimpo. Essi vissero ai tempi di Crono, quando regnava nel cielo; come dèi passavan la vita con l'animo sgombro da angosce, lontani, fuori dalle fatiche e dalla miseria; né la misera vecchiaia incombeva su loro [...] tutte le cose belle essi avevano». L'equivalente greco del dio romano Saturno era Kρόνος, Krono, il padre di Zeus. Quando i Romani sovrapposero Saturno a Kronos, la divinità ellenica era già da tempo assimilata a Xρόνος, Chrònos, il tempo che scorre. Tale associazione ha generato la figura di Saturno come sovrano di una mitica Età dell'Oro. Esiliato da Zeus e dagli Olimpi suoi figli al termine della Titanomachia, si diceva che Krono avesse spostato il suo regno in un luogo che, Greci prima e Romani poi, chiamavano "Isole Beate".

In questo periodo, chiamato "aurea aetas", tutti gli uomini vivevano quindi in pace e senza bisogno di lavorare.
I giorni dei Saturnali avevano inizio con lo svolgimento di riti religiosi davanti al Tempio di Saturno, nel Foro, cui seguivano grandi banchetti, chiamati lectisternium, e festeggiamenti che coinvolgevano tutta la popolazione romana e che erano simili ai festeggiamenti carnevaleschi moderni, venivano fatti dei sacrifici e talvolta le celebrazioni assumevano caratteri orgiastici.
Ciò che caratterizzava i Saturnali era la più completa libertà di comportamenti: in omaggio al ricordo dell'uguaglianza dei "tempi d'oro", veniva concesso agli schiavi un periodo di libertà ed essi potevano così permettersi di banchettare assieme ai propri padroni, da cui potevano addirittura pretendere di essere serviti a tavola, in quello che era un vero e proprio scambio di ruoli, potevano perfino ubriacarsi, senza essere ripresi per un comportamento che in altre occasioni avrebbe portato frustate o altre punizioni corporali o la morte.
Gli schiavi potevano abbandonandosi alla più sfrenata baldoria, mentre musici e danzatrici, attori e saltimbanchi improvvisavano ovunque i loro spettacoli. In quei giorni si potevano fare scommesse e giocare d'azzardo e dare luogo a scherzi d'ogni genere.
Era prevista l’elezione, tramite estrazione a sorte, un princeps -una sorta di caricatura della classe nobile- a cui veniva assegnato ogni potere. Gli schiavi (e poi il popolino romano) andavano in giro per la città mascherati e con in testa il berretto frigio, mentre il "princeps" era in genere vestito con una buffa maschera e colori sgargianti tra i quali spiccava il rosso (colore degli dèi). Il princeps era la personificazione di una divinità infera, da identificare di volta in volta con Saturno o Plutone, preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti. Si credeva che tali divinità, uscite dalle profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando cioè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche. Dovevano quindi essere placate con l'offerta di doni e di feste in loro onore nonché indotte a ritornare nell'aldilà, dove avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva.
Nella settimana dei Saturnalia Roma era in preda a caos e confusione, come raccontano Seneca e Plinio il Giovane: quest'ultimo ci narra che durante i festeggiamenti si rifugiava in una dimora ai limiti della città, lontana dalla sfrenatezza e dagli schiamazzi di quei giorni.

Durante i Saturnali i partecipanti usavano scambiarsi l'augurio “io Saturnalia”, accompagnato da piccoli doni simbolici, detti strenne, che consistevano per lo più in candele e statuette di terracotta o di cera o perfino di mollica di pane, che alludevano agli uomini soggetti alla sorte e al "gioco" degli dèi.
Nel periodo dei Saturnali si celebrava anche il giorno della Sigillaria, 20 dicembre, ovvero una festa dedicata ai bambini, durante la quale si regalavano loro dadi, anelli e piccoli oggetti in pietra o tavolette dipinte.

Con l’avvento del Cristianesimo i Saturnali furono convertiti nel Natale e la Sigillaria divenne l’Epifania Cristiana. Fu l’imperatore Costantino, nel 330 (o nel 321) d.C., che unì la vecchia celebrazione pagana della rinascita del "nuovo sole", che cadeva il 25 Dicembre giorno del solstizio con la nascita di Cristo: dalla nascita del "Sol Invictus" ("Dies Natalis Solis Invicti" - "Giorno di nascita del Sole Invitto") a quella della "luce spirituale" della cristianità. In effetti il culto del "Sol Invictus" era, precedentemente, molto diffuso nelle province romane della Siria e dell'Egitto, dove lo stesso termine "invictus" era associato al dio Mitra. Successivamente il termine "invictus" venne attribuito, dai Romani, anche al dio Saturno.

Edited by Morgwen )o( - 17/6/2014, 23:02
 
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