| Un mito dei mondi antichi come primo post come per inaugurare il ritorno dell'Ombra.
Il Giardino delle Esperidi è un luogo facente parte della mitologia greca. Ad estremo occidente, oltre i confini della terra abitata , si trovava uno splendido giardino in cui è sempre primavera: le aiuole sono pieni di fiori di ogni colore, dagli alberi pendono frutti enormi e dolcissimi. Inoltre al centro del giardino era posto un magnifico albero dalle foglie di un verde lucido con rami carichi di frutti d'oro. Il giardino fu creato da Gea e l’albero era il dono per la dea Era in onore delle sue nozze con Zeus. La custodia di questo luogo splendido fu subito assegnata ad Atlante e alle sue figlie, le tre Esperidi affinchè lo vegliassero impedendo agli uomini di impossessarsi le magnifiche mele d’oro e, per evitare che le stesse guardiane potessero coglierne i frutti, Era ordinò a Ladone, il serpente dalle cento teste, di presiedere alla guardia dell’albero, rimanendo costantemente arrotolato intorno al suo tronco. Secondo il mito il dio Elios, divinità del sole, terminato il suo corso quotidiano, scendeva nel giardino, vi lasciava i cavalli del suo carro a pascolare e con loro riposava lì durante la notte.
Leggenda vuole che la dea della discordia Eris, si recò nel giardino, ingannò Ladone che sempre vegliava sull’albero e riuscì così a cogliere una delle mele d’oro. Fu proprio sul dorso di quella stessa mela che la dea incise la frase: “Alla più bella” e, recatasi alle nozze di Peleo e Teti alle quali non era stata invitata, lasciò sul tavolo il frutto durante il banchetto che Zeus allestì per gli sposi.
Il giardino fece anche da scenario all’ultima delle dodici fatiche di Ercole, il quale doveva cogliere i pomi d’oro dell’albero custodito da Ladone e dalle ninfe. Secondo alcune versioni Ercole, dopo aver scoperto che il giardino si trovava nella Mauritania, terra dominata da Atlante, andò dal titano per avvalersi del suo aiuto per poter cogliere i frutti, ma questi si rifiutò di aiutarlo per timore di Ladone. Così Ercole si diresse al giardino e, scoccando una freccia al di sopra delle mura del giardino costruite da Atlante, uccise il serpente. Quando Ladone morì, le Esperidi per disperazione si trasformarono tre alberi: un pioppo nero, un salice e un olmo.
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