| Mi scuso con il forum per la mia prolungata assenza, ma come tutti quanti non mi è stato permesso frequentarlo constantemente per problemi personali, perciò ho deciso di postare qualcosa che spero apprezziate =)
Le figure del mito come simboli universali.
La nostra epoca è popolata di personaggi cui spesso facciamo riferimento per identificare aspetti del nostro essere, del nostro comportamento, ma che non appartengono al tempo in cui viviamo. Espressioni come rimirarsi come Narciso, comportarsi da Circe, sentirsi un Ulisse, avere un complesso di edipico rimandano a figure lontanissime, mitiche, che hanno accompagnato l'uomo nella sua storia e nelle quali egli può riconoscersi all'interno di un sistema di riferimento certo e rassicurante. Narciso,Circe,Ulisse, Edipo e molti altri personaggi del tempo antico sono così entrati a far parte dell'immaginario collettivo. Essi rappresentano simboli universali di un atteggiamento, di un modo d'essere, di sentire o di pensare posti al di là dei limiti del tempo e dello spazio. Naturalmente ogni epoca ha arricchito o accentuato qualche aspetto di tali figure. L'eroe Ulisse, il simbolo del viaggiatore, incarna anche l'anelito dell'uomo verso la conoscenza, verso il superamento di ogni limite. L'avvenente Narciso rappresenta la vanità, il culto della bellezza fisica, ma è diventato anche simbolo di una personalità egocentrica, che, troppo presa dal culto di sè, è voluta all'autodistruzione. La maga Circe, ammaliatrice degli sfortunati compagni di Ulisse da lei trasformati in porci, ha assunto il ruolo della seduttrice, della donna che, con le sue arti e il suo fascino, circuisce e spesso distrugge gli uomini. Edipo, il re di Tebe che, per un infausto destino, uccide inconsapevolmente il padre e sposa la madre diviene l'emblema della vittima di un fato ingiusto, ma allude anche al funzionamento dell'inconscio che giunge secondo l'interpretazione dello psicanalista Freud, a desiderare l'eliminazione del padre in quanto rivale nell'ottenere l'affetto della madre. Si tratta di personaggi, dunque, che seppur soggettati ad interpretazioni o sfruttati e spesso consumati dai mass-media che ne hanno ridotto o banalizzato il significato, sono pur sempre vivi e presenti pronti a parlare a chiunqe cerchi figure concrete a cui riferirsi per comprendere meglio se stesso. Vale la pena allora, avvicinarsi ai grandi miti, non solo per un'esigenza culturale ( essi hanno costituito lo sfondo della letteratura del passato), ma anche perchè essi continuano a parlare all'immaginario dell'uomo, proiettandolo in un mondo di avventure e di situazioni che costituiscono motivo di evasione, ma anche di analisi e riflessione sulle proprie convinzioni mentali.
Fonte: "le forme e i messaggi" Pietrini Editore.
Edited by Madame_Belial - 29/1/2012, 20:33
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