La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Cane

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Al Azif
Posted on 23/12/2011, 23:17     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




“Tu, cane, sarai della fulgida Ecate, effigie” (Euripide). Il cane abbaia alla luna così come il gallo canta al sole, comportamento naturale che è servito da base agli antichi per sviluppare nel simbolismo dell’analogia le loro concezioni sacrali. L’analogia cane-luna emerge da molteplici riferimenti cultuali e mitologici, a partire da quello con la dea lunare della morte, Ecate, per finire a quello con Artemide, nella vicenda di Atteone, un episodio assai noto della mitologia. Non c’è dubbio che Artemide, nella vicenda di Atteone, sia considerata anch’essa una dea di morte; in ciò la contraddizione è solo apparente: la Grande Dea Bianca - la luna - veniva contemplata sotto un triplice aspetto, analogo alle tre fasi visibili del satellite. Come Vergine (luna crescente), come Madre (luna piena), come strega (luna calante) ed in virtù di questa triplicità le era sacro iltrifo gli o. Tuttavia, poichè era sempre la stessa entità, diversamente considerata, i suoi aspetti potevano interagire tra loro, trasferendo all’una le caratteristiche dell’altra. Ciò spiega perchè Artemide (crescente) è anche Ecate (calante), allorchè causa la morte di Atteone. Il cane è sempre stato associato a quest’ultimo aspetto lunare, essendo Ecate il potere mortifero e distruttivo che permea la vita intera. La dea a volte veniva raffigurata con testa canina o accompagnata da una muta di cani. Anche il dio egizio dell’oltretomba, Anubis, era effigiato con aspetto cinocefalo - per l’esattezza con la testa di uno sciacallo, che è un canide. L’imbalsamatore egizio indossava una maschera a testa di Anubi nel preparare le mummie, perché appunto il cane l’avrebbe guidata nel cammino ultramondano. Spesso, sui sarcofagi, veniva istoriato il cane, quale preposto all’ingresso del morto in un altra modalità di esistenza. Nell’antichità e fino a tempi recenti i cani sono stati spesso temuti quali profanatori delle sepolture, in quanto divoratori di cadaveri, ma in alcuni paesi i morti venivano proprio fatti divorare dai cani supponendo che ciò gli avrebbe permesso di accedere più rapidamente al Regno dei Morti. Il guardiano dell’Ade era il cane Cerbero, tricipite in virtù del rapporto con la luna e pertanto signore del processo trasformativo dalla vita alla morte. Per il fatto di essere in rapporto con la morte nel suo aspetto dissolutivo esso è stato considerato spesso come un animale estremamente impuro e ciò anche in culture monoteiste, come l’Islam. Una delle cause della sua impurità è stata invece considerata, dallo scrittore cattolico Jean-Paul Roux, la predilezione per il “cunnilinctus” della femmina, così come avviene per il giaguaro e il coyote. Tornando a Cerbero, non è a caso che Ercole, allorchè vuole catturarlo, non può far altro che propinargli una focaccia soporifera: solo il sonno, la quiescenza ed il rallentamento dei dinamismi vitali possono permettere all’eroe di accedere nel sotterraneo mondo dello psichismo dell’ anima della terra. E’ questa anche l’opinione di un valente studioso del secolo scorso, il Bachofen: “molti riferimenti
rivelano con la massima chiarezza il legame del cane con la maternità procreatrice e con le tenebre telluriche”. Marija Gimbutas così esprime il suo autorevole parere:

“Nel corso dei millenni i cani e i capri compaiono nell’arte in modi che mostrano come siano coinvolti nel processo del divenire, in quanto stimolatori attivi della forza vitale (. . .) la ricorrente iconografia del cane con falci di luna e lune piene rivela il suo ruolo influente nel favorire i cicli lunari e il cambiamento delle fasi lunari”. E’ quindi evidente il suo significato sessuale. Vediamo ora brevemente il mito diAtteone. Costui si trovava a cacciare coi suoi 50 cani in una selva nei pressi di Orcomeno (uno degli accessi antichi al mondo infero), allorchè ebbe la ventura di imbattersi nella giovane e bellissima dea Artemide, Diana per i latini, mentre costei faceva il bagno nuda in uno specchio d’acqua. Poichè Atteone rivelò maldestramente la propria presenza nel tentativo, evidentemente, di possederla, la dea gli aizzò contro la sua stessa muta dopo averlo trasformato in cervo, da cacciatore a cacciato. Il misero venne sbranato vivo dai cani. Nel mito e in teologia il cane è un’entità minore, ciecamente obbediente alla volontà dei suoi signori: Atteone, quand’egli è valente nella caccia ma soprattutto Artemide che di questa disciplina è maestra. Quando la dea ordina essi si slanciano contro la vittima, specie se questa assume i tratti (cervo) del principio vitale maschile che deve soccombere ciclicamente, e la fanno a brani, cioè la scindono, la scompongono nei suoi costituenti primitivi. Il neoplatonico Porfirio vide nei cani dei “daimoni” cioè, nel senso greco e non in quello cristiano, delle forme di coscienza istintive, anche extrapersonali, estremamente specializzate e magneticamente attratte da ciò che gli è analogo. Il numero 50 è un numero lunare - vedi per esempio nel folclore irlandese la sua associazione con il numero 3 - e corrisponde pressappoco alle cinquanta settimane dell’arcaico anno lunare, cioè alla gamma completa delle epifanie lunari, rispetto all’influenza delle dodici costellazioni dello zodiaco (=cerchio dei viventi) . Da un punto di vista strettamente iniziatico, quale sembra essere la vicenda di Atteone, il vedere Artemide nuda corrisponde alla percezione del mondo astrale in tutta la sua potenza; il farsi scoprire dalla dea manifesta l’impreparazione dell’ iniziato di fronte alle possibilità ed ai pericoli di questo mondo; i cani che lo sbranano sono la personificazione degli ostacoli che non si è in grado di superare ed il numero ciclico 50 è — senza contraddizioni con quanto appena detto — la gamma completa di questi “daimoni” che ci si attira addosso. Il Kremmerz li ha chiamati “simili nature”, i quabalisti “qliphot”, i cristiani “demoni” o “diavoli” e i cinesi “influenze erranti”. I cani sono dunque quegli psichismi che giungono nell’astrale al momento della “seconda morte” di un individuo - umano, animale o vegetale che esso sia - ma sopratttutto gli psichismi messi in moto dall’uomo durante la sua esistenza corporea. Gli antichi, con la conoscenza delle arti magiche, sapevano comunque trarre partito anche da tali situazioni. In virtù della sua ‘lunarità’ il cane veniva impiegato nella divinazione: i greci lo squartavano e ne esaminavano il fegato; i romani lo crocifiggevano o lo appendevano per le spalle ad una forca. Essi stessi però, pare che avessero scordato il vero motivo del rito, poichè tramandarono che fu a causa del loro silenzio, quando il celta Brenno assalì il Campidoglio, che decisero di punirli in quel modo. Sempre i romani sgozzavano cuccioli a Mana Genita, la dea del ciclo mestruale, e questi cuccioli erano inoltre adatti nei sacrifici espiatori. Un cane nero era il sacrificio più adatto alla dea Ecate. All’opposto della simpatia che noi moderni dimostriamo per i cani, gli antichi erano meno sensibili e non si preoccupavano di imbandire a tavola cani giovani; ciò avveniva nei banchetti agli dei e nelle feste per l’assunzione di qualche carica pubblica. Sulle pareti di casa vigeva l’uso di spalmare sangue di cane, per cacciare il malocchio mentre, con i corpi di quelli sacrificati ad Ecate ci si strofinava, al fine di purificarsi. Il cane era anche considerato come l’immagine della materia che tutto concepisce in se stessa e ciò ha una rispondenza simbolica nella lingua greca, ove i termini “kuon”, “kuein”, “kuamos”, significano “cane”, “concepire”, “fava”. Tre parole legate alla generazione e al divenire, come attesta anche Esichio: “Il nomeca ne si riferisce all’organo genitale femminile” (confronta il latinocu nn us, vulva); ed Eliano: “Nel diritto, l’adultero viene chiamato
cane”. Molti oggi sono gli Atteoni che si cimentano con l’astrale. Ad essi siano di
auspicio i versi di Gustav Meyrink: dalla luna dalla rugiada argentea / dalla luna
calante, / guardami / guardami, / tu che a me hai sempre pensato, tu che là hai
sempre abitato.

Dio dalla testa di canide (cinocefalo) era l’egizio Anubi, preposto al culto dei morti che accompagnava nel viaggio ultraterreno (Hermanubis) e alla custodia delle tombe e delle mummie. Il suo culto era legato ad aspetti piuttosto oscuri, praticati ancora in epoca classica da confraternite dedite esclusivamente al suo culto.
 
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Morgwen )o(
Posted on 24/12/2011, 00:11     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




un topic interessante direi, anche se Al per quanto riguarda anubi per la precisione si tratta di uno sciacallo...comunque apparte ciò il cane è un animale che è sempre stato contemplato dalle civiltà e spesso ha acquisito una certa sacralità comparendo al fianco delle divinità oppure avendo l'aspetto proprio della divinità (come nel caso di ecate). L'associazione del cane ad Artemide viene fatta in quanto il cane è un animale da caccia, difatti non a caso compare anche accanto al Dio Cornuto dei celti. Quanto al mito di Atteone e Diana lo conoscevo e devo dire che mi ha sempre affascinata, soprattutto perchè nel mito si nota un aspetto che molti trascurano di questa dea, ovvero il suo essere irascibile e brutale e di quanto ella sia fortemente legata alla propria "innocenza".
 
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1 replies since 23/12/2011, 23:17   63 views
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