| 
Nell'immagine:Ecate Chiaramonti, una scultura romana della triplice Ecate, successiva ad un originale Ellenistico. Antica dea greca, di natura infera (Latino Hecata o Hecate, Greco Antico Ἑκάτη, Hekátē). Il suo nome significa probabilmente " La lontana". Non menzionata da Omero, appare invece nella Teogonia di Esiodo quale figlia di Asteria (sorella di Leto e figlia di Febe e di Ceo) e di Perseo o Perse, figlio di Euribia. Essa apparteneva, dunque, in termini mitologici, alla sfera divina precedente all'avvento di Zeus; in termini storici ciò significa con molte probabilità che la sua origine è molto antica, precedente l'ordinamento olimpico del pantheon ellenico. Dea trimorfa, i cui volti compaiono nell'iconografia tradizionale di tutta l'antichità fino all'epoca del tardo Impero Romano, essa (secondo Esiodo) godeva fra gli dei più antichi, i Titani, dell'autorità sulla terra, sul mare deserto, e sul cielo stellato; Zeus non le sottrasse tale potere, anzi la onorò sopra le più antiche dee. Da ciò si intende che anche quando la sfera degli dei greci fu ordinata nel pantheon dominato da Zeus, sopravvissero ai margini, quali divine realtà infere, le presenza del più antico caos (di cui il polimorfismo era simbolo per i Greci). Alcune mie note: La sacralità del caos e degli inferi, simboleggiata da Ecate, coincideva con l'immagine delle acque (limitare dell'aldilà), e nelle acque del mare si compivano gli amori di Ecate, che partorì a Forco la cagna marina Scilla e fu sposa di Tritone. In quanto sovrana dell'aldilà, Ecate vagava di notte con i morti, accompagnata dal latrato dei cani, ed era essa raffigurata come cagna o come lupa. La sua presenza, d'altronde, non era soltanto negativa e orrida, bensì anche soccorritrice per le puerpere. A causa del suo rapporto con gli inferi, Ecate veniva considerata patrona delle pratiche magiche, e invocata nel corso degli incantesimi. Ma essa godeva anche del culto propriamente religioso a Samotracia, a Lemno, in Asia Minore, in Tessaglia, in Boezia e insieme con demetra e con ermes, ad Atene e a Egina. Per simboleggiare la sua primordiale sovranità sull'universo, partito in tre sfere corrispondenti ai suoi tre volti, si ereggeva il suo simulacro nei trivi. Suo simbolo era pure la fiaccola, poichè ella considerata portatrice di luce nella notte, dea lunare, e in ciò si apparentava ad Artemide, anch'essa portatrice di fiaccola e , come Ecate nipote di Febe e di Ceo (Febe spesso è il nome della Luna). Artemide stessa, d'altronde, aveva l'appellativo di Hekate e Apollo quello di Hekatos.Particolarmente importante per lo studio delle origini di Ecate, è l'inno omerico a Demetra, in cui affiorano elementi che inducono a supporre un'identità primordiale fra Ecate e Demetra e inoltre una fondamentale trinità Demetra-Core-Ecate. Secondo l'inno, soli testimoni del ratto di Core sono il Sole (che vi assiste) ed ecate, identificata con la Luna (che dalla sua grotta sente il grido della rapita). Edited by Al Azif - 6/12/2011, 13:51 |
