La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Il caso Bebawi

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AlexandraS~
Posted on 7/9/2011, 19:31     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




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La storia
Ecco Gabrielle (Claire) Ghobrial Bebawi e Yussef Bebawi. Siamo nel 1964, lunedì 18 gennaio 1964, ore 9 circa: via Veneto, a Roma.
Karin, segretaria della Tricotex, una società che commercia in lana con stabilimento a Latina (Roma), entra nell'ufficio: apre il portone con le chiavi e attraversa il corridoio. La giovane, fa tutto quello che farebbe un'altra ragazza nella sua posizione: apre le finestre, fa entrare luce, apre le porte e cerca di rassettare l'ufficio per la giornata di lavoro; ma l'odore di morte è nell'aria.
Faruk Chourbagi ha 27 anni: ha la cittadinanza libanese, ma è egiziano di nascita. E' ricchissimo, laureato ad Oxford e fa l'industriale ed è pieno di donne, la Tricotex è la sua, ne è proprietario; suo padre è l'ex ministro del Tesoro del Re d'Egitto. Bene, Faruk Chourbagi è a terra, trivellato di colpi e con il volto sfregiato dal vetriolo.
Karin, che aveva fatto le scale a piedi perchè l'ascensore era fuori servizio, fissò il colpo sulla tempia destra e la chiazza di sangue che aveva inondato il pavimento: rimase per un attimo paralizzata, ma poi si precipitò nell'androne, urlando.

Le indagini
Siamo negli anni '60 e siamo in Italia: il boom economico ha avvicinato la mentalità a quella americana, a quella dei grandi sogni, alle grandi storie. Il matrimonio di Grace Kelly ed il Principe Ranieri di Monaco, è ancora fresco nei ricordi della gente: tutto sembra essere più bello, ricco, di classe, elegante. Perfino gli scandali e il caso di Chourbagi era uno scandalo nero a tutto tondo. La voce si passò in fretta e l'Italia intera, nel giro di poco, voltò gli occhi su Roma, su quell'ufficio, su Karin e su quel corpo, trivellato di piombo e vetriolo.
La scientifica arriva immediatamente sul posto e cominciano così i primi accertamenti sulla stanza e sul corpo: si capirà che l'assassino ha prima gettato il vetriolo in faccia a Faruk, poi gli ha sparato 4 colpi di pistola cal. 7,65. Successivamente, è stato colpito ripetutamente con un corpo contundente.
Il Chourbagi era stato visto dal portiere il sabato precedente, quindi il 16 gennaio, e la domestica della casa ai Parioli dell'imprenditore dichiarò che già la domenica mattina aveva trovato il letto intatto. Dopo aver interrogato tutti gli amici e conoscenti dell'uomo, le indagini si spostano su: Alì Reza, partito il giorno prima della morte per il Cairo; un socio di Chourbagi che abitava nello stesso palazzo dove era stata assassinata una donna; ed infine i coniugi Bebawi, residenti per il momento in Svizzera. Perchè la polizia si indirizzò subito verso queste persone? Chiaro, perchè l'assassino conosceva bene Faruk: la porta dello studio non era stata forzata e quindi l'uomo aveva aperto al suo assassino o ai suoi assassini. Inoltre, l'assassino era a conoscenza di un trucchetto: la porta aveva una serratura di sicurezza molto particolare, a ferronetto, ma era anche abbastanza complicata da usare. Bisognava fare una manovra particolare per aprirla e per abbreviare il tutto, si era attaccato uno spago al nottolino. Da questo, si potè capire che l'assassino era solito passare nell'ufficio: proprio in base alle frequenti visite, le indagini si concentrarono su Gabrielle Bebawi. Karin, la segretaria che aveva trovato il corpo, riferì di una chiamata tra il datore di lavoro e la donna, proprio il venerdì precedente al ritrovamento, il 15 gennaio: i due parlavano fitto al telefono e la giovane disse di aver visto il signor Chourbagi "sbiancare" in volto. L'uomo, con la Bebawi si erano dati appuntamento per sabato pomeriggio, sabato 16 gennaio: giorno dell'omicidio.
La donna era l'amante di Chourbagi da qualche tempo: si erano conosciuti in Svizzera tre anni prima e i due erano una coppia molto affiatata. Claire, il suo soprannome, aveva sposato l'uomo d'affari Bebawi a soli 13 anni e gli aveva dato 3 figli, ma di amore ce n'era poco e la donna aveva ceduto spesso e volentieri a scappatelle che l'avevano portata ad essere ripudiata dal marito secondo la legge coranica. L'uomo però, aveva deciso di restare sotto lo stesso tetto per amore dei figli.
Foruk invece era convinto di altro: era semplicemente una storia di sesso, con una bella e ricca donna.
Subito, la polizia italiana si attivò e chiese, tramite l'Interpol, un fermo per i due coniugi.
I Bebawi erano stati a Roma proprio quel fine settimana: il sabato mattina, erano partiti dalla Svizzera. Arrivati a Roma intorno alle 17, si erano fermati in una pensione poco distante dallo studio di Chourbagi, per poi ripartire quasi immediatamente visto il treno che dovevano prendere a Napoli alle ore 19.20. Da lì, fino a Brindisi e poi un traghetto per Atene, dove avrebbero preso un volo per Beirut. L'Interpol invece, li bloccò proprio nella città greca: dopo l'estradizione a Roma, i due vengono portati in questura e da lì in poi comincerà il vero calvario, che diventerà appunto l'assurdità dell'intero caso.
Infatti, fin dal primo interrogatorio la strategia della coppia salta subito a galla: Confessare!
Si, ma in che modo? Youssef accusa la moglie dell'omicidio: dichiara che lui stesso l'aveva accompagnata a Roma, in via Veneto, per rompere definitivamente con Chourbagi. Claire, a detta del signor Bebawi, gli aveva confessato da tempo il tradimento e pentita, voleva recarsi a Roma per troncare la relazione. Arrivati a Roma, la donna volle salire in studio da sola. Youssef disse di non aver assistito all'omicidio, ma accusò la moglie di avergli rubato la pistola, che nel frattempo non si trovava più: l'uomo appunto, aveva aiutato la moglie a disfarsene. Alla domanda "Perchè tutto questo?", Youssef rispondeva che l'amore per Claire era più forte di tutto e che uno scandalo era l'ultima cosa che potevano permettersi, per il bene dei tre figli. Inoltre, il vetriolo: Youssef disse di aver visto Claire svuotare una boccetta e gettarla vuota dal finestrino del treno per Brindisi.
Claire intano, non rilasciava dichiarazioni. Passarono però pochi giorni e pure lei iniziò a parlare: quando sentì le accuse del marito, la donna si irritò a tal punto da esplodere. Dichiarò quindi di aver assistito all'omicidio di Chourbagi per mano del marito, che penso pure di gettargli del vetriolo sul viso.

Il processo
Se vi viene in mente il processo del secolo, allora dovrebbe venirvi in mente il processo ai coniugi Bebawi.
I due continuarono ad accusarsi a vicenda e la telenovela appassionò l'Italia intera. Intanto, i caratteri: lei passionale, rabbiosa, seducente, arrogante e sfacciata, bellissima, aggressiva; lui freddo, glaciale, schivo, ma sempre cortese e galante.
La linea difensiva fu attribuita a Giuseppe Sotgiu, ma non è mai stato scoperto chi tenesse realmente i fili, se l'avvocato o i due coniugi stessi. Anche i due precedenti avvocati difensivi andarono nel dimenticatoio, oscurati dal carisma dei due sposi: gli avvocati erano Giovanni Leone, ritiratosi per fare il Presidente della Repubblica, per Claire; e Giuliano Vassalli, futuro Ministro di Grazia e Giustizia, nonché padre del nuovo Codice Processuale Penale, difensore di Youssef.
Al processo d'Assise, 1966, i due coniugi continuano ad accusarsi a vicenda: 120 testimoni, 142 udienze, un dibattito che ha appassionato l'Italia intera con colpi di scena, lacrime finte o vere che siano, svenimenti, litigi, accuse, tutto in diretta. Due ottimi moventi: la gelosia di lui, la vendetta di lei.

Dopo 30 ore di camera di consiglio, il verdetto del processo in primo grado: assoluzione con formula piena per entrambi i deputati, per insufficienza di prove. Si ricorderà sempre la battuta nella celeberrima arringa dell'avvocato Leone: "E' impossibile condannare senza prove, 2 imputati che si rinfacciano reciprocamente lo stesso reato".
Nel 1968 ci fu il processo in secondo grado nella corte di stato a Firenze: Claire non è più la moglie di Youssuf, avendo lui sanzionato il ripudio con il divorzio, vive al Cairo dove fa la guida turistica. Lui invece vive in Svizzera con i figli, industriale di prodotti dietetici.
La sentenza ribalta quella del primo grado: condanna a 22 anni di reclusione, correi nell'omicidio premeditato di Faruk Chourbagi e nella fuga dalla scena del crimine. I due però, residenti all'estero, non scontarono la condanna e quindi: colpevoli in libertà.
Claire, intervistata qualche anno dopo, si dichiarò fiduciosa nel ricorso in Cassazione: invece, la condanna venne confermata, ma i due non scontarono mai la pena e nessuno mai pagò per la fine di Faruk.

Documentario:







Edited by AlexandraS~ - 7/9/2011, 21:12
 
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