La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Altri inni ed invocazioni dedicati a Pan

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Morgwen )o(
Posted on 1/9/2011, 20:58     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Inno Omerico

O Musa celebra il figlio diletto di Ermes,
dal piede caprino, bicorne, amante del clamore, che per le valli
folte di alberi si aggira insieme con le ninfe avvezze alla danza:
esse amano calcare le cime delle impervie rupi
invocando Pan, il dio dei pascoli, dall’ abbondante chioma,
irsuto, che regna su tutte le alture nervose
e sulle vette dei monti, e sugli aspri sentieri.
Si aggira da ogni parte tra le folte macchie :
ora è attirato dai lenti ruscelli,
ora invece s’inerpica fra le rupi inaccessibili
salendo alla vetta più alta da cui si scorgono le greggi.
Spesso corre attraverso le grandi montagne biancheggianti,
spesso muove fra le colline, e fa strage di fiere,
scorgendole col suo sguardo acuto; talora, al tramonto, solitario
tornando dalla caccia, suona modulando con la siringa una musica
serena: non riuscirebbe a superarlo nella melodia
l’uccello che tra il fogliame della primavera ricca di fiori
effonde il suo lamento, e intona un canto dolce come il miele.
Con lui allora le ninfe montane dalla limpida voce
girando col rapido batter di piedi presso la sorgente dalla acque cupe
cantano, e l’eco geme intorno alla vetta del monte.
Il dio, movendo da una parte all’altra, talora al centro della danza,
la guida col rapido batter di piedi –sul dorso ha una fulva di pelle
di lince-, esaltandosi nell’animo al limpido canto,
sul molle prato dove il croco, e il giacinto
odoroso, fioriscono mescolandosi innumerevoli all’erba.
Cantano gli dei beati e il vasto Olimpo;
per esempio del rapido Ermes, eminente fra gli altri,
narravano: come egli sia messaggero veloce per tutti gli dei,
e come venne all’Arcadia ricca di fonti, madre di greggi,
là dove ha il suo santuario cillenio.
Colà, pur essendo un dio, pascolava le greggi dal ruvido vello
presso un mortale: poiché lo aveva preso, e fioriva in lui,
un desiderio struggente di unirsi in amore
con una fanciulla dalle belle trecce, figlia di Driope .
E ottenne il florido amplesso; ed ella, nelle sue stanze, generò
a Ermes un figlio diletto, già allora mostruoso a vedersi,
dal piede caprino, bicorne, vociante, dal dolce sorriso.
Diede un balzo e fuggì la nutrice, e abbandonò il fanciullo.
si spaventò, infatti, come vide quel volto ferino e barbuto.
Ma subito il rapido Ermes lo prese fra le braccia ,
accogliendolo: grandemente il dio gioiva nell’animo.
Senza indugio salì alle dimore degl’immortali, dopo aver avvolto il fanciullo
nella folta pelliccia di una lepre montana ;
lo depose al cospetto di Zeus e degli altri immortali,
e presentò suo figlio : si rallegrarono nell’animo tutti
gl’immortali, ma più d’ogni altro il baccheggiante Dioniso;
e lo chiamarono Pan, poiché a tutti l’animo aveva rallegrato.
Cosi ti saluto, signore, e ti rendo propizio col mio canto:
ed io mi ricorderò di te, e di un altro canto ancora.

Iscrizione di Epidauro

Pan che guida le ninfe, amico delle
Naiadi canto, il re delle danze auree,
del canto aereo. Egli dalla siringa
sonora effonde spirito purissimo,
divino; quindi il vento leggero del
suo canto sospinge sotto gli antri il
suo demone versatile, ed è bello il
danzatore, bello il suo volto che
splende sotto la barba d'oro.
Sull'Olimpo stellante l'eco panica
vola, recando alle divine schiere un
canto immortale. La tua arte si
infonde nella terra, nel mare e tu
sorreggi il mondo o Pan, o grande
Pan!




Ovidio, i Fasti

Alla terza aurora dopo le Idi fanno la loro comparsa i nudi Luperici e si celebrano i riti in onore di Fauno bicorne. Ditemi, Pieridi, quale sia l’origine di questo rito, da quale paese esso è venuto prima di essere accolto dalle popolazioni del Lazio. Si racconta che gli antichi Arcadi adorassero Pan, dio delle greggi. Lui prediligeva le montagne dell’Arcadia: né è testimone il Foloe, ne sono testimoni le acque dello Stinfale, il Ladone che con la sua veloce corrente si dirige in direzione del mare, la foresta del Nonacre con le sue cime circondate di pini, l’alto Tricrene e le nevi della Parrasia. Pan in questi luoghi era il dio degli armenti, il dio delle cavalle, a Pan si recavano offerte per la protezione delle greggi. Evandro portò con se in esilio questo dio silvestre. Qui dove ora c’è l’Urbe, allora c’era solo l’area su cui sarebbe sorta la città. E’ per questo che veneriamo il dio con cerimonie importate dai Pelasgi. Ad esse, secondo l’antica usanza, partecipava il flamine Diale. Mi chiedi ora perché corrano e perché tolta la veste i loro corpi restino nudi? E’ il dio stesso che ama correre velocemente sulle cime delle montagne e che intraprende fughe improvvise. E’ il dio stesso che è nudo e che comanda ai suoi adepti di correre nudi; la veste del resto, non è certo adatta alla corsa.

Inno a Pan di A.Crowley

Fremi di dolce ardore nella luce,
Uomo! Mio uomo!
Esci precipitoso dalla notte
Di Pan, Iò Pan!
Iò Pan! Iò Pan! Vieni attraverso il mare
Dalla Sicilia e dall' Arcadia!
Vagante come Bacco, con i fauni
E pardi e ninfe e satiri per guardie
Sull' asinello color latte vieni
A me, a me!
Vieni insieme ad Apollo in abito nuziale
(Pastora e Pitonessa)!
Vieni insieme ad Artemide, zolla sericea,
E la tua bianca coscia lava, o Dio
Bellissimo, nella luna dei boschi e sopra il monte
Di marmo, nell' alba della fonte d' ambra!
La porpora della preghiera appassionata
Immergi nel sacrario tuo scarlatto,
Nella trappola cremisi,
L' anima che sussulta aprendo gli occhi
Per vederti filtrare dal groviglio
Dei cespugli, e dal tronco contorto
Dell' albero vivente, anima e spirito,
Corpo e cervello... Vieni attraverso il mare
(Iò Pan! Iò Pan!)
Diavolo o dio, a me, a me,
Mio uomo! mio uomo!
Vieni con trombe che squillano acute
Sulla collina!
Vieni con i tamburi che rullano cupi
Dalla fontana!
Vieni col flauto e l zampogna!
Non son forse maturo?
Io, che attendo e che fremo e che lotto
Con l' aria che non offre rami verdi
Come nido al mio corpo
Stanco di vuoti abbracci,
Forte come un leone e come un aspide
Scattante, vieni, oh, vieni!
Sono stordito
Dalla lussuria solitaria
Del demoniaco.
Tu taglia con la spada i duri ceppi,
Divoratore d' ogni cosa e d' ogni cosa
Procreatore: dammi tu il segno
Dell' Occhio Aperto,
E il pegno eretto della dura coscia,
E la parola di follia e mistero,
O Pan, Iò Pan!
Iò Pan! Iò Pan Pan! Pan Pan! Pan,
Io sono un uomo.
Fai ciò che vuoi, come può fare un dio,
O Pan, Iò Pan!
Iò Pan! Iò Pan Pan! Son desto
Nella stretta del serpe.
L' Aquila strazia con artigli e becco;
E gli dèi si ritraggono:
Vengon le grandi belve, Iò Pan! Son nato
Per morire sul corno
Dell' Unicorno.
Io sono Pan, Iò Pan! Iò Pan Pan! Pan!
Io sono il tuo compagno ed il tuo uomo,
Il capro del tuo gregge, ed oro e dio,
Carne sulle tue ossa, e fiore
Della tua verga. Con zoccoli d' acciaio
Io corro sulle rocce, dal solstizio
Ostinato
All' equinozio.
E deliro, io stupro e strappo e infurio
Eternamente, mondo senza fine,
Manichino, fanciulla, ninfa, uomo
Nella forza di Pan,
Iò Pan! Iò Pan Pan! Pan! Iò Pan!

 
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Al Azif
Posted on 6/9/2011, 18:56     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




L'inno Omerico, rimane sempre il più bello...
 
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Morgwen )o(
Posted on 27/11/2011, 03:05     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Benedizione per un buon raccolto

Amoroso Fauno da cui le ninfe fuggono,
cammina lievemente nei miei confini
e sui miei campi soleggiati
e presto partitene lasciando la tua benedizione
sui miei giovani agnelli e sui miei bambini
e sui teneri e giovani germogli.
Se sarai gentile, alla fine dell'anno ti offrirò frutti,
con libagioni di vino liberamente versate dalle coppe di Venere
e molte dolci erbe fragranti brucerò sul tuo antico altare.
 
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Al Azif
Posted on 27/11/2011, 17:41     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




:love:
Sarebbe bello riuscire a trovare gli scritti originali, devo fare qualche ricerca e magari postarli con la traduzione.
 
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3 replies since 1/9/2011, 20:48   88 views
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