Prima o poi ogni Iniziato si pone il problema che sorge implicito dalla Tavola di Smeraldo, quando si afferma:
CITAZIONE
[...] quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius [...]
ovvero:
CITAZIONE
[...]Ciò che è in Basso è come ciò che è in Alto e ciò che è in Alto è come ciò che è in Basso, affinché si compia il Miracolo della Cosa Unica [...]
Ciò implica sostanzialmente due cose:
- definire il concetto di "Esistenza" (per definire appunto in che modo interpretare la condizione di "Essere" dell'Alto e del Basso);
- definire il concetto di Unico derivante dalla Riunione tra Alto e Basso.
Partiamo dal Concetto di Esistenza.
Definire ciò che Esiste è come definire che qualcosa non esiste. Se affermo l'esistenza di qualcosa, implicitamente sto giudicando (da Iudicium) ciò che è "reale" o "esistente" e "ciò che non lo è". Ma la Tavola non parla di qualcosa al di fuori dell'Esistenza, dice solo che ciò che esiste in Alto (Grande Volto) esiste anche in Basso (Piccolo Volto) e Viceversa. Quindi, per estremizzazione, se nel Piccolo Volto trovasse spazio un'Immagine, e la si riuscisse a rendere "Reale", essa diventerebbe "Reale" anche nel Grande Volto. Se analizziamo l'analogia che intercorre esotericamente tra Piccolo Volto (Micro-Cosmos o Micro-Propos) e Grande Volto (Macro-Cosmos o Macro-Propos) capiremo su queli basi funziona la Magia. Rendere Reale qualcosa nell'"Universo Interiore" del Mago, la rende reale anche nell'"Universo Esteriore". Ma ciò non spiega il concetto di Esistenza, anzi lo va solo a complicare. Infatti, in quest'ottica, l'Esistenza è tutto ciò che il Mago riesce a Creare con la sua Immaginazione, poiché la rende reale nel Micro-Cosmos e di Conseguenza diventa reale anche nel Macro-Cosmos.
Ma come può esistere qualcosa che l'Iniziato crea solo con la sua Immaginazione? Semplicemente perché il concetto di Esistenza è relativo alle Percezioni. Patanjali afferma che lo Yoga (Unione) è la fine delle Modificazioni della Mente. Da questo si arriva all'idea per cui è solo la Mente a creare la Realtà. In fin dei conti, noi possiamo percepire la realtà solo attraverso i sensi. Quindi l'esistenza è ciò che la nostra Mente percepisce attraverso i sensi.
Ma i sensi sono partizione, non potranno mai dare una Visione dell'Unico. Puoi sentire contemporaneamente con il tatto, con la vista, con l'udito, con il gusto o con l'olfatto, ma non potrai mai unire la sensazioni in una sensazione unica, poiché le impressioni (modificazioni) vengono registrate separatamente.
Allora nell'Attento Ricercatore dovrebbe sorgere un dubbio sostanziale: per percepire l'unico devo quindi ritrarre i sensi?
Si, quello è un primo passo.
Distruggendo quello che è il concetto di Realtà che i sensi ci fanno percepire, possiamo lentamente sviluppare una Visione Unica, che è quella descritta (ad esempio) dall'Occhio di Siva.
In quest'ottica quindi, che senso ha, per voi, parlare di Angeli, Demoni, Divinità, o quant'altro?