La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Il Triangolo delle Bermuda, Luuunga vicenda!

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»Dawn«
Posted on 21/4/2011, 20:59     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Per Triangolo delle Bermuda si intende un'area molto vasta dell'atlantico che ha il suo vertice nelle isole Bermuda a sud e che si estende dalla punta meridionale della florida fino alla piccole Antille. Per questi confini, anche se molto imprecisi, la zona prende anche il nome di "Triangolo maledetto" a causa di un lungo elenco di incidenti inspiegabili che vi sono accaduti.
I fatti sono molti ed iniziano da molto lontano, ma proseguono con un crescendo impressionante fino ai giorni nostri. Se per quanto riguarda le prime cronache possiamo imputare imprecisioni e distorsioni, altrettanto non possiamo dire per ultimi e più recenti incidenti che, secondo una stima approssimativa, hanno causato addirittura più di mille vittime solo negli anni che vanno dal 1945 al 1975, un numero che, occorre precisare, tiene conto anche degli aerei che a partire dalla seconda guerra mondiale erano precipitati in questa area con impressionante frequenza.
Da tenere presente è anche il fatto che non si trattava di una zona ai confini del mondo ma anzi una zona che comprendeva una regione sub tropicale molto frequentata per la dolcezza del clima e la bellezza del paesaggio. Florida Bahamas, Caraibi sono infatti nomi favolosi che evocano spiagge dorate e piacevoli vacanze, che non hanno assolutamente nulla di tetro e desolante. Ma questo dato, in apparenza contrastante, sembra confermare in qualche modo che un fondo di verità deve esserci; inoltre, un altro particolare che rende diverse le disgrazie accadute in quest'area da quelle che avvengono in altre parti del mondo, è il fatto che di tutti gli incidenti non è rimasta traccia.
Nessun relitto, nessun superstite. Aerei, navi persone, risultano ogni volta letteralmente sparite.
Di loro si sapeva con esattezza il luogo di partenza e la destinazione prevista; si sapevano addirittura minuti particolari relativi al viaggio trasmessi per radio durante la navigazione. Poi più nulla. Interrotti i collegamenti più o meno bruscamente, iniziavano ricerche sistematiche nella presumibile zona dell'incidente, ma sempre senza risultato.
Uomini e mezzi erano così scomparsi, volatilizzati nel nulla. Leggende e racconti paurosi sono sempre esistiti sin dall'antichità su tutti i mari sconosciuti, ma la maggior parte si sono sgretolate nel corso degli anni, mentre il mistero del triangolo delle Bermude resiste tuttora. Di seguito verranno ora riportati gli episodi più significativi.

Gli Episodi più recenti:

Nel 1966 fu la volta di un grosso rimorchiatore, il Southern Cities che trainava una chiatta si sessantacinque metri, carica di prodotti chimici e fertilizzanti. Alcuni giorni dopo che il rimorchiatore aveva m smesso di dare notizie, alcuni aerei della guardia costiera riuscirono ad individuare la chiatta che non recava segni di danni. Nessuna traccia invece del Southern Cities e dei suoi uomini.
Anche Anita, una carboniera tedesca che tornava in Europa svanì nel 1973 con 34 uomini a bordo. Un caso eclatante fu quello dello Scorpion, uno dei sottomarini atomici americani, che scomparve nel 1968 mentre viaggiava dalle Azzorre diretto alla base in virginia. Il pensiero di novantanove uomini imprigionati nello scafo tra tenne desta per molti giorni l'attenzione di tutto il mondo.
Questa volta però la perdita era troppo importante, almeno per la marina degli stati uniti, che impegnò una serie impressionante di mezzi per rintracciare il sommergibile. Motivi militari e di prestigio spingevano a farlo. Bisognava sapere ad ogni costo cosa era accaduto. Solo dopo molti mesi si diffuse la notizia che una nave appositamente attrezzata aveva individuato il relitto un migliaio di chilometri a sud ovest delle Azzorre.
Ne avevano dato conferma anche varie foto scattate sul fondale di oltre tremila metri su cui giaceva ciò che poteva essere lo Scorpion.
In questo caso dunque non si poteva parlare di sparizione, ma le cause della sciagura come l'esito delle successive ricerche rimasero sempre chiuse in un geloso riserbo. Da quanto emerso tuttavia, sembra che la perdita del sottomarino non sia avvenuta propriamente dentro i limiti del cosiddetto triangolo, nel quale invece si continuò a non trovare traccia di relitti, e nemmeno di quelli degli aerei che nel frattempo sparivano con preoccupante regolarità.


L'episodio accadde esattamente il 5 dicembre 1973 durante una missione addestrativa.
Cinque apparecchi da caccia Grumman presero i volo dalla base di Fort Lauderdale, una ventina di chilometri a nord di Miami.
Questi dovevano andare a bersagliare un pontone situato sul basso fondale corallino che circonda il Grande Banco delle Bahamas. Avrebbero poi percorso una rotta a nord, prima di tornare alla loro base. Una missione semplice senza rischi, di assoluta routine, come molte altre che venivano fatte ogni giorno. Questa volta invece le cose presero una piega imprevista e drammatica. Poco più di un'ora dopo il decollo, quando già l'esercitazione di tiro era stata compiuta e i cinque aeroplani erano sulla via del ritorno, arrivò a Fort Lauderdale un messaggio allarmante.
Il comandante comunicava alla base che non riusciva a determinare la propria posizione.
Gli strumenti di bordo di tutti gli apparecchi sembravano impazziti.
Anche la costa della florida, presumibilmente vicina, era scomparsa dalla vista. Venne mantenuto il collegamento radio e a terra fu presto chiaro che qualcosa di molto strano stava accadendo ai caccia in volo. Il capo squadriglia non riusciva a dare alcuna indicazione sulla propria posizione e lo stesso accadeva anche agli altri quattro apparecchi che viaggiavano alla cieca, esaurendo fatalmente il carburante. A un certo punto il contatto radio finì. Dagli ultimi messaggi si poteva supporre che la squadriglia fosse finita sopra il golfo del Messico, ma in questo caso non si riusciva a capire come i piloti non avessero visto la terra sottostante, mentre sorvolavano la Florida da est ad ovest, dato che le condizioni del tempo erano buone e la visibilità era perfetta.
Decollarono quello stesso pomeriggio vari aerei di soccorso, tra cui un grosso idrovolante Martin Mariner, che iniziarono a perlustrare la zona senza tuttavia sapere dove indirizzare esattamente le loro ricerche. I cinque Grumman potevano essere finiti da qualsiasi parte e certamente male, perché l'autonomia del carburante e si era esaurita. Una grave disgrazia sembrava ormai certa, a meno che qualcuno dei piloti non fosse riuscito ad ammarare e a mettersi in salvo con un tipo speciale di zatterino di cui ogni aereo era dotato. Se non bastasse tutto questo, poco dopo la partenza dei primi soccorsi giunse a terra un altro messaggio in cui il comandante dell'idrovolante Martin Mariner annunciava di essere in difficoltà a causa dei venti molto forti incontrati in quota.
Nessun'altra comunicazione giunse dal Martin Mariner anch'esso scomparso come gli altri.
Alla sera glia aerei perduti erano sei.
Mancavano dieci uomini della squadriglia più altri tredici membri che componevano l'equipaggio del bimotore di soccorso. All'alba del giorno dopo iniziò un'operazione di ricerca senza precedenti, con centinaia di aerei, navi, sottomarini e vedette della guardia costiera. Ma pur continuando per diverse settimane, questa gigantesca operazione aeronavale non dette il minimo risultato e così il mistero crebbe, insieme al numero delle congetture che venivano tentate per spiegare in qualche modo l'accaduto. Di razionale, di logico, di comprovabile non c'era nulla. E allora si entrò inevitabilmente nel mistero. Si parlò di astronavi e di extraterrestri che avrebbero avuto imprecisati interessi a interferire nell'attività delle navi ed aerei prelevandoli letteralmente dal nostro pianeta per portarli chissà dove. Si citava Einstein e si parlava di altre dimensioni per suggerire la credibilità queste ipotesi che indubbiamente esercitavano una forte influenza sul pubblico.


Un anno e mozzo dopo, cioè nel luglio del 1947, un incidente analogo colpì un altro aereo militare. Si trattava di un C-54 che scomparve con sei uomini a bordo mentre era diretto a una base in florida. Sei mesi più tardi fu la volta di un quadrimotore passeggeri che scomparve nei pressi delle Bermude. Le ultime comunicazioni radio non segnalavano nulla di anormale, ma in seguito i contatti cessarono e l'apparecchio non giunse mai a destinazione. Un quadrimotore del tutto identico a questo andò perduto nel 1949 mentre viaggiava dalle Bermude verso la Giamaica. Apparteneva come il precedente ad una compagnia aerea inglese che insinuò l'idea di un sabotaggio organizzato.
Non esisteva però alcuna prova in proposito e del resto non furono i soli aerei a sparire in quel periodo. Poco tempo prima era andato perduto un DC-3 noleggiato da un'agenzia di viaggi di Miami che recava a bordo una quarantina di persone. Questo incidente fu tanto più clamoroso, perché si seppe che nell'ultimo contatto radio il pilota aveva comunicato di essere ormai prossimo all'arrivo, anzi di intravedere già le luci della città.
Naturalmente, tutte le ricerche effettuate, anche in questo caso risultarono inutili. Un aereo da trasporto scomparve con trentacinque persone nel 1952 mentre era diretto a Kingston e nell'ottobre del 1954 toccò ancora a un aereo della marina degli stati uniti. Era un Super Constellation partito da Patuxent River nel Maryland, in viaggio verso le Azzorre.


Nel 1956 precipita, o almeno così si suppone un a quadrimotore cisterna dell'Aviazione americana durante una missione dalla propria base situata in Virginia, alle Azzorre. L'anno seguente sono due gli aerei cisterna perduti contemporaneamente. Erano diretti in Florida e le ultime segnalazioni radio pervenute da bordo segnalavano la loro posizione a un centinaio di miglia a nord est del Grande Banco delle Bahamas. Le lunghe ricerche che seguirono portarono al ritrovamento di alcuni relitti che avrebbero potuto appartenere ai due aerei: ma anche questo non era certo. Le cose si complicarono quando, proseguendo le perlustrazioni del mare, altri relitti vennero trovati a più di duecento chilometri di distanza dai primi. A parte l'incertezza dell'identificazione, era chiaro che i rottami non potevano essere contemporaneamente in due posti così lontani.
E il mistero divenne ancora più fitto.


Il 5 giugno 1965 un C-119 atteso alla base aerea situata nell'isola di Great Turk una delle più meridionali delle Bahamas, si perse durante il viaggio di trasferimento. Poco prima della disgrazia l'aereo era in normale contatto radio con la torre controllo dell'aeroporto a cui aveva preannunciato di arrivare in poco più di un'ora. Testimoni militari riferirono che improvvisamente i collegamenti radio peggiorarono , facendosi sempre più deboli e indecifrabili, fino a sparire completamente. Anche in questo caso furono fatte ricerche molto ampie , partendo dal luogo dell'ultima posizione segnalata .
L'esito, come al solito, fu negativo.


Le Ipotesi:

- Che dire di queste cronache? Una considerazione preliminare riguarda la percentuale statistica degli incidenti rispetto al traffico presunto o calcolato nella zona. Libri e articoli affermano che questa percentuale è assolutamente sproporzionata secondo le stime che sono state fatte. Ma esaminiamo ora il ventaglio di ipotesi fatte per giungere alle possibili cause delle sciagure.
Una prima ipotesi è quella del sabotaggio commerciale, che però non trova una sua logicità in quanto gli aerei e le navi scomparse appartenevano a varie compagnie di diverse nazioni. Inoltre, a quanto è dato sapere, uomini e merci trasportate non avevano una importanza particolare sotto un profilo strategico o propagandistico. Nessuna nave inaugurava nuove rotte commerciali in grado di ledere gli interessi finanziari o d'altro genere. Nel caso del rimorchiatore Southern Cities, il carico trasportato dalla grande chiatta venne ritrovato intatto e lo stesso successe riguardo ad altre navi abbandonate.
Gli aerei precipitati risultano quasi sempre vecchi apparecchi di linea se non addirittura residuati di guerra poi trasformati per uso commerciale. Tra loro non c'era nessun prototipo sensazionale. Un’altra ipotesi, quella più spontanea ed evidente, riguarda l'errore umano. Alcune sciagure possono essere imputate a un simile fattore, specie riguardo agli aerei. Lo sbaglio del pilota nella lettura degli strumenti o nel concorso di cattive condizioni meteorologiche, nebbia e turbolenza atmosferica. Anche un malore improvviso poteva in qualche caso essere fatale. C'è da tenere presente tuttavia che i grossi aeroplani di linea come i quadrimotori militari, prevedevano a bordo un comandante e un secondo pilota in grado di intervenire eventualmente, oltre a tutta una serie di strumenti di controllo ausiliari che facilitavano e automatizzavano tutte le operazioni di guida. Nessun aereo era andato a cozzare contro montagne, peraltro inesistenti, per una cattiva lettura dell'altimetro.
L'ipotesi dell'errore umano cade poi completamente se applicata al caso della squadriglia dei caccia Grumman.
Un aereo avrebbe potuto staccarsi dalla formazione e trovarsi di colpo in difficoltà, ma la scomparsa di tutti e cinque restava assolutamente inspiegabile sotto questa luce. Era impossibile pensare che tutti i piloti avessero sbagliato o si fossero sentiti male contemporaneamente, così come è impossibile ipotizzare un errore del caposquadriglia che avrebbe trascinato i compagni in un disastro fatale, facendoli scendere in picchiata sulla superficie dell'oceano. Infatti il disastro non era stato improvviso in quanto la dinamica della disgrazia presenta una lunga serie di contatti radio prima del silenzio finale. I messaggi pervenuti alla base di Fort Lauderdale erano confusi e contraddittori ma non indicavano che qualcuno si sentisse male fisicamente.
Nell'incidente che aveva coinvolto nel 1963 i due aerei cisterna americani si poteva supporre forse che l'errore dei piloti avesse causato uno scontro nel cielo, a grande e altezza che avesse poi polverizzato letteralmente gli aeroplani rendendone impossibile il ritrovamento. Questo invece fu invece uno dei pochi casi in cui vari rottami, per quanto non ben identificati, vennero travati, ma ad oltre duecento chilometri di distanza, e ciò urta l'ipotesi di uno scontro.
Riguardo alle navi scomparse, il fattore umano acquistava una importanza meno determinante. Si poteva certo pensare ad errori di manovra. Durante una tempesta, un colpo di barra inopinato poteva portare uno scafo a traversarsi, imbarcare acqua e quindi affondare, ma per navi da dieci e ventimila tonnellate, ciò era praticamente insostenibile. Un errore di rotta avrebbe eventualmente portato un bastimento ad arenarsi su un basso fondale o a spezzarsi contro una scogliera, ma qui in seguito sarebbe stato facilmente individuato.
Una seconda probabilità riguarda i guasti meccanici, che certamente erano possibili. Si va dal blocco dei motori aerei da scippo scoppio delle caldaie di alcune navi. Ma imputare tutte le scomparse a ciò, non è sostenibile e comunque non spiegherebbe la totale mancanza di relitti. Per i due incidenti aerei citati, valgono poi le stesse considerazioni già fatte.
Il guasto avrebbe dovuto riguardare tutti i motori della squadriglia. Tutti i libri e gli articoli che si sono occupati dell’argomento concordano nel riferire che i piloti del Grumman non sapevano riconoscere la loro posizione, sembrava che le bussole fossero impazzite. Questo fatto lasciava aperta la possibilità di un fattore esterno che influenzasse gli strumenti. Venivano supposte anomalie magnetiche proprie di quella zona, capaci di modificare se non annullare il funzionamento degli apparati di bordo.
Vari articoli di autorevoli esperti confermano effettivamente l'esistenza di queste anomalie. Ma a che cosa sono dovute?. Solo dopo l'ultima guerra mondiale gli studi sul magnetismo terrestre compirono reali progressi, soprattutto ad opera di scienziati americani e inglesi che si sono trovati a disposizione strumenti perfezionati sotto la spinta delle necessità belliche.
Ma allora in questo campo si sapeva ben poco. Negli anni cinquanta, studiosi della Scripps Institution of Oceanography scoprirono che su molti fondali prospicienti variazioni dell'intensità magnetica, la cui natura e struttura però non erano molto conosciute. Si sapeva che materiali magnetizzabili perdono ogni traccia del loro magnetismo se portati a grande temperatura. Una volta raffreddati però, assumono permanentemente le caratteristiche del campo magnetico in cui si trovano. Molte delle rocce presenti in questa zona rivelavano un comportamento magnetico inspiegabile. Studi successivi del professor Vine dell’università di Cambridge avevano portato a clamorose conclusioni . Ricerche magnetometriche in ampi tratti dell’oceano avevano poi rilevato differenze positive e negative rispetto al campo magnetico terrestre normalmente rilevabile. Presto fu evidente che questo aveva invertito più volte nel corso delle ere geologiche la propria polarità.. Altri studi sul campo magnetico sul mare furono condotti dagli scienziati del Lamont Geological Observatory. I risultati ottenuti consentirono di chiarire da un punto di vista geofisico la storia e la dinamica dei fondi oceanici, nonché correlare queste prove con la teoria della deriva dei continenti. Ma questi risultati, importanti per la conoscenza della geofisica, dello studio dei terremoti e dei vulcani sembravano non avere nessun legame con gli incidenti del Triangolo maledetto. La misura di queste anomalie era appena rilevabile con strumenti sofisticati.
Le indagini in proposito fecero progressi solo nel dopoguerra, quando appunto la tecnica aveva consentito di affinare i metodi di indagine e così chi voleva ipotizzare la presenza di corpi estranei alla normale morfologia terrestre, in grado di alterare enormemente la misura del campo magnetico con conseguenti effetti nocivi su cose e persone doveva arrendersi di fronte all’evidenza. Queste fonti abnormi sarebbero state subito localizzate da un’imponente rete di controlli scientifici che ogni giorno vengono effettuati per diverse ragioni ma con precisi programmi. C’era poi da considerare che ogni giorno centinaia di navi e aerei transitavano nella zona senza avvertire conseguenze su bussole e strumenti. Ben presto si scoprì che anomalie magnetiche dello stesso tipo ed intensità erano presenti in tutti i mari del mondo, lungo le dorsali oceaniche dell’atlantico e del Pacifico e questo lascia ben poco spazio alle fantasie.
Dunque tutte queste informazioni abbastanza elementari sono già sufficienti per ridimensionare l’arcano che si celerebbe nel triangolo delle Maledetto, sotto forma di fenomeni magnetici capaci di provocare interferenze così clamorose.
Se qualcosa di strano avviene in quella zona, le cause devono essere dunque ricercate altrove.
I tifoni per esempio, sicuramente frequenti da queste parti, possono aver avuto la loro parte nelle disgrazie. Questi disastri naturali che devastano il mare e si abbattono sulle coste con enorme violenza hanno una origine meteorologica che appunto li localizza in quella regione con maggior frequenza che altrove. La loro azione distruttiva è spaventosa. Molti aerei e navi potrebbero essersi perduti per questo motivo. Tuttavia le cronache degli incidenti avvenuti sono spesso concordi nel precisare che al momento delle varie sciagure le condizioni meteorologiche erano normali, se non addirittura buone.
Abbastanza vicina è l’ipotesi di naufragi avvenuti per improvvise onde di sessa di dimensioni colossali che avrebbero travolto e spazzato le imbarcazioni incontrate sul loro cammino. Le onde di sessa sono provocavate da frane sottomarine dovute a piccoli terremoti di assestamento.
Infatti nei fondali degli oceani vi troviamo vallate, corrugamenti, altopiani, vere e proprie montagne, isolate o unite in catene.
Morfologicamente la loro instabilità è molto superiore a quella che si riscontra in terraferma. Spesso le correnti, eruzioni vulcaniche, e grosse frane di altro genere, spostano grandi masse di materiale che muovendosi improvvisamente causano moti ondosi abnormi e molto pericolosi, chiamati appunto onde di sessa. Queste possono così prodursi anche in mare calmo e in assenza di altre perturbazioni atmosferiche. Sono quindi abbastanza imprevedibili. Una volta formate le onde possono raggiungere altezze molto maggiori a quelle del peggior mare in tempesta. Sono vere e proprie montagne d’acqua che avanzano travolgendo ogni cosa che incontrano, prima di spegnersi lentamente secondo le leggi dell’inerzia.
Questa insidia esiste sicuramente e potrebbe aver causato qualcuna delle disgrazie rimaste inspiegabili. In questa ipotesi però sembra strano che i naufragi si siano verificati nei punti approssimativamente segnalati come lo stretto di Florida (rotta della Marine Sulphur Queen) o nell’area dell’arcipelago delle Bahamas. In questo caso gli effetti delle eventuali onde di sessa dovevano essere avvertiti anche in prossimità delle coste interessate, ma ciò non è mai avvenuto. Siamo dunque ancora di fronte ad elementi contraddittori che restringono l’eventualità di una causa di questo tipo. Lo stesso ragionamento vale per i maremoti.
I movimenti di assestamento che li provocano hanno una portata più ampia e non sfuggirebbero al pennino dei sismografi, oltre al fatto evidente che le loro conseguenze coinvolgerebbero molte popolazioni rivierasche.
Vari giornalisti e scrittori che si sono occupati delle sciagure accadute nel triangolo hanno rilevato come queste siano divenute particolarmente frequenti a partire dal 1945, vale a dire nell’immediato dopoguerra. Si è pensato allora alla possibilità di azioni di sabotaggio o terrorismo da parte di alcuni nuclei di combattimento che non avessero accettato l’esito del conflitto, e avessero continuato a condurre una lotta personale per quanto folle e senza speranza. Ma qui si dovrebbe poi ipotizzare la presenza di sottomarini e di navi da combattimento nella zona, e ciò è sinceramente improponibile.
In conclusione nessuna delle ipotesi prese in esame è capace di spiegare, in qualche modo, un numero sufficiente di disgrazie. Anche pensando ogni volta ad un insieme di varie concause, che allargherebbe il numero degli incidenti naturalmente possibili, ne rimarrebbero comunque molti senza una logica spiegazione.

 
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Al Azif
Posted on 22/4/2011, 14:26     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Post interessante, però a dire il vero credo ben poco alla teoria complottistica o esoterica, più semplicemente credo sia solo uan questione geografica, come spiegato parecchie volte e come si può anche semplicemente leggere qua
Resta il fatto però che ci sono circostanze misteriose ancora tutte da spiegare...
 
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»Dawn«
Posted on 22/4/2011, 14:43     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Penso anch'io sia principalmente una questione geografica e magari metereologica! =)
Naturalmente quando l'uomo non si sa spiegare alcuni fenomeni li attribuisce molto spesso ad un "lato esoterico", comunque come dici tu ci sono molti lati misteriosi da capire.. io tendo a non escludere niente! xD
 
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Al Azif
Posted on 22/4/2011, 14:45     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




Ah certamente Dawn, mai fare l'errore di escludere a priori qualsiasi altra teoria, per pazza ed assurda che possa essere.
 
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3 replies since 21/4/2011, 20:59   40 views
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