La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

La Pietra Filosofale

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*ZeRoX*
Posted on 14/4/2011, 15:04     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




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La pietra filosofale (in latino lapis philosophorum o "pietra dei filosofi") è, per eccellenza, la sostanza catalizzatrice simbolo dell'alchimia, capace di risanare la corruzione della materia.

La pietra filosofale sarebbe dotata di tre proprietà straordinarie:
fornire un elisir di lunga vita in grado di conferire l'immortalità fornendo la panacea universale per qualsiasi malattia.

Far acquisire l'"onniscienza" ovvero la conoscenza assoluta del passato e del futuro, del bene e del male (cosa che spiegherebbe anche l'attributo di "filosofale").

La possibilità infine di trasmutare in oro i metalli vili (proprietà che ha colpito maggiormente l'avidità popolare).

Molte leggende tuttavia, attribuiscono a tale elemento altre proprietà, o ne sottraggono alcune. Alcune speculano anche sul fatto che l'elemento in realtà non debba essere forzatamente solido e che esso sia una polvere rossa molto densa o addirittura un materiale giallastro simile all'ambra.
Ciò non vuol dire che la pietra filosofale fosse l'oggetto di semplici leggende, di visioni utopiche, o di desideri avidi: l'oro infatti era ricercato soprattutto per essere utilizzato come catalizzatore nelle reazioni chimiche (per portare a termine le trasformazioni), essendo inoltre apprezzato da sempre come l'unico metallo conosciuto in grado di restare inalterabile nel tempo.
Poiché anticamente si pensava che gli elementi dell'universo fossero formati della stessa sostanza primigenia, assolutamente identica in tutti ma presente in proporzioni diverse, appariva lecito supporre che tali proporzioni potessero essere variate dall’azione di un agente catalizzatore (la pietra filosofale) capace di riportarli alla loro materia prima. La maggiore o minore presenza di quel composto originario era ciò che determinava appunto le loro mutazioni.
Per ottenere la pietra filosofale pare si dovesse adoperare un forno speciale denominato athanor.

Che cosa sia questa pietra non è noto che ai grandi Alchimisti che sono riusciti nel compimento della loro opera e, visto che l'alchimia è un percorso intimo e individuale, si sono ben guardati dal dircelo chiaramente... Possiamo però fare delle congetture.



Alcuni dicono che la "Pietra Filosofale" sia una pietra rarissima e preziosa, praticamente introvabile, altri invece affermano che si tratti di una pietra assai comune che è possibile reperire ovunque persino tra le pietre in strada che calpestiamo sovrappensiero. Se partiamo invece dal presupposto che non si tratti di una pietra "vera" ma che questo possa essere un ennesimo messaggio cifrato lasciato alla elaborazione degli adepti, forti della citazione " la pietra filosofale si trova tra le mani dei bambini che giocano con essa", possiamo arrivare alla conclusione che la pietra che stiamo cercando non è altro che la semplicità, la purezza, la pulizia mentale genuina e propria dell'infanzia che purtroppo perdiamo con il trascorrere degli anni. Recuperando questa pietra o, meglio, questo stato mentale, noi riusciamo a compiere l'opera e completare le varie fasi del processo alchemico che inizia dentro di noi sino alla trasmutazione in oro di tutto ciò che ci circonda, permettendoci di operare persino quelle meraviglie comunemente chiamate miracoli o magie dall'uomo comune.



Nel Rinascimento l'alchimia, già viva presso gli Arabi e largamente praticata nel Medioevo, si diffuse in tutta l'Europa. Con le sue effettive scoperte essa preparò l'avvento della chimica moderna.
Le ricerche degli alchimisti erano tutte dominate dalla speranza di trovare la pietra filosofale, il lapis, capace di trasformare in oro tutti gli altri metalli, nonché l'elisir di lunga vita, che avrebbe dovuto dare all'uomo il dono dell'immortalità. Nonostante l'illusorietà di tali speranze, l'ideale di una sempre maggior potenza e del dominio dell'uomo sulla natura agivano profondamente sulla mentalità degli scienziati di quel tempo.
L'idea di una trasformazione dei metalli non era "campata in aria" in quanto tale possibilità non urtava contro nessuna delle cognizioni scientifiche del tempo e aveva gli stessi scopi che si propone oggi la sintesi chimica che prevede e controlla il raggruppamento molecolare di sostanze diverse.
Secondo le aspettative del tempo chi fosse riuscito a trovare la pietra filosofale non solo sarebbe diventato l'uomo più ricco del mondo, ma avrebbe anche goduto di perpetua giovinezza e salute.
Eppure, come osserva Jung attraverso lo studio comparato di miti e antichi testi, l'alchimia, archetipo dell'Anthropos, illustra quella stessa fenomenologia psichica che il terapeuta osserva durante il confronto con l'inconscio.
Il simbolismo alchemico è l'emblema di quel fenomeno noto non solo in ambito psicoanalitico ma anche nei normali rapporti umani: la traslazione. Vi sono stretti rapporti tra l'alchimia e la psicologia dell'inconscio ed è nella proiezione - emergente nelle relazioni - che l'inconscio si manifesta, attraversando le sue tappe per giungere al compimento dell'Opus (l'unione).
Nel Medioevo, attraverso l'opera degli alchimisti, si mette a fuoco per la prima volta in modo chiaro il desiderio dell'uomo di oltrepassare i limiti imposti alla natura umana; l'alchimia, in questo senso, anticipa e prepara l'avvento della moderna civiltà.
Sull'onda di tale profondo desiderio che, com'è noto, C.G. Jung interpreta simbolicamente come cammino interiore alla ricerca del Sè, anche sul finire del Cinquecento, quando il metodo sperimentale aprì alla scienza nuove vie, l'alchimia continuò a godere di una notevole fama e ad offrire a strane figure di avventurieri la possibilità di rapidi arricchimenti e di gigantesche truffe a danno di principi e nobili piuttosto ingenui.
L'idea delle enormi ricchezze che la pietra avrebbe potuto dare colpiva, infatti, a tal punto l'immaginazione che gli alchimisti ricevettero, al pari degli artisti, denaro e ospitalità presso governi desiderosi di incrementare la loro potenza.
Molte persone di talento credettero fedelmente nella reale possibilità di ottenere l'oro: la regina Cristina di Svezia, ad esempio, ma anche personalità di grande prestigio come il filosofo Bacone o il grande matematico e filosofo Leibniz ebbero, su questo argomento, convinzioni fermissime.
Jung ha trattato il mito della pietra filosofale facendone l'emblema della psicoterapia. Il Lapis, infatti, la materia prima che gli uomini cercarono inutilmente per secoli, va rintracciata nell'essere umano stesso.
Per questo gli alchimisti possono essere considerati dei mistici la cui esistenza è stata dedicata al processo individuativo. Non si sa fino a che punto fossero consapevoli della vera natura della loro arte. Di fatto, da un lato correvano il rischio di errare o d'esser sospettati di pratiche fraudolente, dall'altro rischiavano il rogo destinato agli eretici.
Alcuni, come il famoso Paracelso, furono perseguitati e costretti a lavorare nell'ombra, altri si arricchirono alle spalle di principi bramosi quanto ingenui.
Uno dei più noti fu Bragadino che compì una delle più grandi truffe della storia ai danni della Repubblica di Venezia. Per ottenere credito invitava centinaia di persone ai suoi esperimenti.
Dopo che i notabili avevano preparato il crogiuolo e vi avevano versato le sostanze indicate (carbone, mercurio, ferro ecc.), Bragadino versava un po' di polverina nel miscuglio, rimescolando il tutto con una bacchetta.
Puntualmente, dopo ogni esperimento il fondo del recipiente era ricoperto di uno strato di purissimo oro.
Quando il truffatore ebbe accumulato una ingente somma di denaro, fuggì da Venezia e di lui non si seppe più nulla. Molto più tardi fu scoperto l'inganno:
la verga di ferro di cui si serviva per rimescolare, era piena di una sottile polvere d'oro trattenuta da un tappo che, a contatto col calore, si scioglieva facendo discendere la limatura sul fondo.
A differenza di questo disonesto avventuriero, l'alchimista, come il moderno terapeuta, prende molto sul serio il suo lavoro che lo porta inevitabilmente a confrontarsi con l'Ombra (fase della nigredo). E' una situazione difficile che lo porta al coinvolgimento e alla trasformazione.
Vi sono trattati che analizzano a fondo la natura dell'Opera. Scrive l'anonimo autore del Rosarium Philosophorum, intorno al 1500: "...E' la pietra il Maestro dei Filosofi... perciò il Filosofo non è il Maestro della pietra, bensì ne è il servo.
Di conseguenza, chiunque tenti, con l'arte o con un artificio non naturale, di introdurre nell'arcano qualcosa che per natura non vi si trovi, erra e si pentirà del suo errore." Commenta C.G. Jung: " E' chiaro che l'artista non procede secondo il suo capriccio creativo, ma è spinto ad agire dalla pietra stessa; e questo maestro a cui egli è subordinato non è altri che il Sè. Il Sè vuol rendersi manifesto nell'opera, e perciò l'Opus è un processo d'individuazione o di divenire del Sè." Tornando ai giorni nostri e tentando un parallelismo tra le pratiche mistiche dell'alchimista e i miti moderni di redenzione, mi chiedo a cosa può corrispondere, oggi, la ricerca della pietra filosofale.
Cosa cerca, oggi, l'uomo? Quali sono le sue mete più ambite? Quali le truffe, i nuovi giochi di prestigio??? ...
Nella sua variante ombrosa, al negativo, il nuovo mito che illusoriamente sembra garantire potere e felicità eterne, è il denaro, mentre nell'aspetto etimologico positivo del re-ligere la ricerca è quella che, da sempre, muove lo spirito umano, oltre le colonne d'Ercole, nella vita di ogni giorno.
E' la ricerca di Dio, dell'anima, del benessere interiore e della serenità. E' la ricerca della salute, del giusto e del bene non solo personale.
E' ricerca che si dà attraverso il confronto autentico con l'ombra e la conflittualità che, pur lacerando la coscienza, ogni volta, reintegrandosi in un terzo punto, superiore, contribuisce, dopo la coniunctio, la morte e la fermentatio, all'ascesa dell'anima ed alla purificatio di una coscienza rinnovata, nella percezione dell'essere e del divenire umano.

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