La Linea D'Ombra: esoterismo, paranormale e misteri

Imbolc, 2 febbraio

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Morgwen )o(
Posted on 7/4/2011, 20:08     https://i.imgur.com/f9CQYv1.png   https://i.imgur.com/soPZJY8.png




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Corrispondenze



Luna: Luna Selvatica

Divinità: Tutte le divinità fanciulle e vergini, Brighid, Aradia, Athena, Inanna, Gaia e Februa, tutti gli Dei dell'amore e della Fertilità, Aengus Og, Eros e Februus.

Spiriti della Natura: Salamandre

Simboli: Bamboline di grano, Scope, Candele, Fiori bianchi

Cibi tradizionali: Semi di zucca, semi di girasole, pane, tutti i latticini, peperoni, cipolle, aglio, uva passa, curry, i vini speziati e i thè di erbe.

Colori: Bianco, Rosa, Giallo, Marrone chiaro e verde pastello

Fiori e piante: Angelica, Basilico, Alloro, Calendula, Iris, Mirra, Violette e tutti i fiori bianchi e gialli

Incensi e oli: Basilico, Alloro, Cannella, Vaniglia, Mirra, Gelsomino, Garofano, Neroli, Oliva

Pietre: Ametista, Rubino, Onici e Turchesi

Animali: Rondini, Pecore, Agnelli, Cervi


Origine e significato



Se sovrapponiamo la Ruota dell’Anno al nostro moderno calendario, la prima festa che incontriamo cade l’1 febbraio.

Presso i Celti l’1 febbraio era Imbolc (pronuncia Immol’c) detta anche Oimelc o Imbolg. L’etimologia della parola è controversa ma i significati rinviano tutti al senso profondo di questa festa. Infatti Imbolc pare derivare da Imb-folc, cioè “grande pioggia’ e in molte località dei paesi celtici questa data è chiamata anche “Festa della Pioggia”: ciò può riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche all’idea di una lustrazione che purifica dalle impurità invernali.
Invece Oimelc significa “lattazione delle pecore” mentre Imbolg vorrebbe dire ‘nel sacco” inteso nel senso di “nel grembo” con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel grembo della Madre Terra e con un riferimento più materiale agli agnelli, nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere all’inizio della buona stagione.
L’allattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.

Se sovrapponiamo la Ruota dell’Anno al nostro moderno calendario, la prima festa che incontriamo cade l’1 febbraio.

Presso i Celti l’1 febbraio era Imbolc (pronuncia Immol’c) detta anche Oimelc o Imbolg. L’etimologia della parola è controversa ma i significati rinviano tutti al senso profondo di questa festa. Infatti Imbolc pare derivare da Imb-folc, cioè “grande pioggia’ e in molte località dei paesi celtici questa data è chiamata anche “Festa della Pioggia”: ciò può riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche all’idea di una lustrazione che purifica dalle impurità invernali.
Invece Oimelc significa “lattazione delle pecore” mentre Imbolg vorrebbe dire ‘nel sacco” inteso nel senso di “nel grembo” con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel grembo della Madre Terra e con un riferimento più materiale agli agnelli, nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere all’inizio della buona stagione.
L’allattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.

La luce che è nata al Solstizio di Inverno comincia a manifestarsi all’inizio del mese di febbraio: le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando. Le genti antiche erano molto più attente di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza. Questo era il più difficile periodo dell’anno poiché le riserve alimentari accumulate per l’inverno cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno della primavera erano accolti con uno stato d’animo che oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare.

Imbolc è una delle quattro feste celtiche, dette “feste del fuoco” perché l’accensione rituale di fuochi e falò ne costituiscono una caratteristica essenziale. In questa ricorrenza il fuoco è però considerato sotto il suo aspetto di luce, questo è infatti il periodo della luce crescente. Gli antichi Celti, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutte le genti del passato, celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura. Non vi erano grandi celebrazioni tribali in questo buio e freddo periodo dell’anno, tuttavia le donne dei villaggi si radunavano per celebrare insieme la Dea della Luce (le celebrazioni iniziavano la vigilia, perché per i Celti ogni giorno iniziava all’imbrunire del giorno precedente).

Imbolc, festa di luce, ci chiede di ritornare allo spirito di gioioso stupore ed aspettativa dell’infanzia, di lavare con le acque lustrali i vecchi strati di preoccupazione e uscire a giocare nuovamente con la vita che si risveglia, in fiduciosa attesa degli eventi.
Nulla sarà come prima se sapremo cogliere i segni della trasformazione.
Il ciclo della Ruota dell’Anno si ripete, ma la ripetizione non è monotona poiché ogni giro ci sposta e ci propone una diversa opportunità: il ritorno delle medesime circostanze è un’occasione per reinterpretare i significati della nostra esistenza alla luce del presente.
Per cogliere la differenza bisogna riuscire ad aprirsi.

La rievocazione dello spirito dell’infanzia, inteso come profonda apertura e ricettività ed “elasticità” interiore, è una sfida da sovrapporre alle nostre precedenti esperienze. È difficile ma non impossibile riuscire a giocare quando si è adulti: chi percorre un cammino iniziatic conosce la differenza tra “desiderare” e “volere” e sa che tutte le trasformazioni esterne iniziano dalla trasformazione interiore. Solo se si è convinti di poter evolvere dentro di sé si riuscirà a imprimere la trasformazione anche nella vita che ci viene incontro.


Brigid


Nell’Europa celtica era infatti onorata Brigit (conosciuta anche come Brighid o Brigantia), dea del triplice fuoco; infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il suo nome deriva dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina si univa a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice.
Brigit, figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, è la conservatrice della tradizione, perché per gli antichi Celti la poesia era un’arte sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni.

La capacità di lavorare i metalli era ritenuta anche essa una professione magica e le figure di fabbri semi-divini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extra-europee; l’alchimia medievale fu l’ultima espressione tradizionale di questa concezione sacra della metallurgia.

Sotto l’egida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose “sorgenti di Brigit”. Diffuse un po’ ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualità guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti.

Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio.
Lo specchio è strumento di divinazione e simboleggia l’immagine dell’Altro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati.
La ruota del filatoio è il centro ruotante del cosmo, il volgere della Ruota dell’Anno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite.
La coppa è il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono.

Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Gesù Cristo e la sua festa si celebra appunto l’1 febbraio, giorno di Santa Bridget o Là Fhéile Brfd.
Riguardo questa santa, di cui è tanto dubbia l’esistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino l’acqua in cui si lavava!
A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per un’intera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale “Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa è la tua notte”. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari.
Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nell’antica Roma, ma più probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dall’intrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni.
Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruciò ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60 secolo, fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione più pagana che cattolica.

Attività



Fate un cerchio di pietre attorno a un albero sempre verde e meditate nel cerchio.

Mangiate messicano o indiano!

Brigid, la Dea celtica del fuoco, della guarigione e della poesia è la Dea matrona di Imbolc. Infomatevi su chi è questa Dea.

Scrivete una poesia speciale.

Mettete tre foglie sulla porta come simbolo della Dea triplice.

Usate un infuso di aceto e artemisia per purificare le vostre finestre e i vostri specchi.

Accendete delle candele bianche, verdi e gialle.

Fate dei rituali di purificazione.

Se avete dei bimbi, fate con loro una cernita degli abiti che non mettono più e regalateli alle persone meno fortunate.

Benedite una scodella di semi e lasciateli riposare tutta la notte alla luce della luna se possibile. Salvateli e piantateli a Oestara!

Piantate una bella piantina se è una giornata di sole.

Mettete una candela bianca su ogni finestra della casa, accendetele e fatele bruciare la notte del primo di Febbraio. Assicuratevi che siano lontane dalle tende o altro infiammabile.

Mettete una piccola ruota sull'altare.

Aprite tutte le finestre per fare entrare l'aria frizzantina e un pò di sole. Nuova energia per le vostre stanze.

Fate un giardino di candele, prendendo una piccola pentola di aluminio e riempendola di sale fino o sabbia. Piantate delle candeline o delle tea lights.

Fate una bella cena di Imbolc, mettendo sul tavolo tantissime candele, simboli del sole e draghi.

Decorate il vostro altare con candele bianche e lucine ( come ad esempio quelle di natale per l'albero).

Bruciate olio di sandalo.

Fate una bottiglia dei desideri che riempirete con tutti i desideri dei vostri amici, dei vostri cari e che brucerete a Ostara.

Giocate mettendovi con degli uomini in cerchio che si passano una candela velocemente e le donne che sono all'esterno cercano di spegnere soffiando la candela. Quello che ci riesce riceve un bacio.

Imbolc è il momento giusto per fare pulizie in casa, principalmente spazzando via la polvere.

Riempite un piatto con dei fiocchi di neve ritagliati nella carta e teneteli sull'altare o su un tavolo.

Purificate l'area dove leggete le carte o fate comunque della divinazione con del rosmarino e della verbena, bruciandole nell'incensiere.

Fate una passeggiata, cercando i primi segni della Primavera. Togliete le scarpe e i calzini, mettete i vostri piedi nel fango come i bimbi :)

Fate una corona di 13 candele rosse.

Lasciate del pane in una scodella fuori dalla porta, per le fate di passaggio.

Fate una piccola bacchetta con un ramo caduto e correte attorno nel giardino o nel bosco puntando agli alberi per farli risvegliare dall'inverno.

Fate la vostra scopetta per purificare il vostro spazio rituale e spazzare via il vecchio e abbracciare il nuovo.

Regalate piccoli cuscini dei sogni alle persone che amate.

E' un giorno in cui si va in cerca di pozzi e si gettano le monetine dentro sperando nei propri desideri.

Imparate un nuovo hobby creativo che impegni le vostre manine belle.

Fate delle candele nuove e decoratele.

Bruciate le erbe che avete usato per decorare natale come il vischio e pungitopo in un fuoco di Imbolc per il ritorno della forza del Sole.

Fate un bel bagno rituale con sali alla lavanda o qualche goccia di olio alla lavanda.

E' il momento sacro della poesia, scrivete una poesia in onore della Dea e leggetela ad alta voce durante il vostro rituale.

Bevete un bel bicchiere di vino rosso.

Riconsacrate i vostri arnesi.

Controllate le vostre erbe e buttate nel giardino quelle più vecchie di un anno.

www.ilcerchiodellaluna.it/central_calend_imbolc.htm
www.ilcalderonemagico.it/ruotanno_Imbolc.html
www.stregadellemele.it/main4.asp?pag=imbolc
 
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