Il rituale dell'incrocio, come ho già -mi pare- fatto notare in uno dei topic in questa sezione, è uno dei più conosciuti nella cultura Americana.
Oggi, però, vorrei farvi conoscere una storia assai famosa, che riguarda il musicista nonchè cantante
Robert Johnson.
Robert Leroy Johnson nasce a Hazlehurst, l'8 maggio 1911, nel Mississippi, da una relazione extraconiugale che la madre Julia Dodds aveva avuto con Noah Johnson, dopo che il marito di Julia, Charles Dodds Jr., l'aveva abbandonata per un'altra donna.
Sin da bambino il giovane Robert si appassiona alla musica, e suo fratello gli insegna a suonare l'armonica, per poi passare alla chitarra.
Dopo un periodo trascorso a Memphis, conosce Virginia Travis, una bella sedicenne, con la quale si sposa nel 1929, e si trasferisce a Robinsonville.
Purtroppo però, l'anno successivo la moglie muore nel dare alla luce il figlio; sconvolto dal fatto, Robert comincia a vagare fra le città del Mississippi, divenendo un donnaiolo ed un forte bevitore.
Nel 1931 incontra e sposa Calletta Craft e decide di trasferirsi nel villaggio di Copiah County, ma la crescente passione per la musica porta Robert sempre più distante dalla moglie e anche questa unione coniugale finisce.
Ma tuttavia, la vita di Johnson, non è così interessante finchè non si parla di qualcosa che lo farà ricordare come il "
grandissimo Robert Johnson" e qualcosa che farà definire la sua musica come "
il pianto più straziante che si possa riscontrare nella voce umana".
Si dice infatti, che Johnson abbia fatto un patto. Un patto con il diavolo, con l'uomo nero, o con qualsiasi altra entità che può essere accostata a quella dell'incrocio.
In effetti, se ci si pensa, la cultura di Johnson può essere tranquillamente accostata a quella hoodoo, considerando che queste pratiche erano vicine all'aerea nella quale Johnson crebbe (Mississippi).
Narra la leggenda, alimentata anche dallo stesso Johnson, che il giovane bluesman, aveva venduto la sua anima, allo scoccare della mezzanotte su un crocevia desolato, a un misterioso uomo in nero, in cambio della capacità di poter suonare la chitarra come nessun altro al mondo.
A far crescere la leggenda c'erano anche le voci e i raccontii dei vari musicisti che lo conobbero, e che riferirono della sua iniziale goffaggine nel suonare la chitarra: in base a questi racconti, peraltro tutti concordanti, Johnson scomparve dopo la morte della moglie per poi riapparire, l'anno successivo, dotato di una bravura e di un'espressività tali da lasciare tutti allibiti.