| Lucifero significa letteralmente "Portatore di luce", in quanto tale denominazione deriva dall'equivalente latino lucifer, composto di lux (luce) e ferre (portare), sul modello del corrispondente greco phosphoros (phos=luce, pherein=portare), e in ambito sia pagano che astrologico esso indica la cosiddetta stella del mattino, cioè il pianeta Venere che, mostrandosi al crepuscolo, è anche identificato con questo nome. In specie nella corrispondenza tra divinità greche e romane il pianeta Venere era impersonificato nella figura mitologica del dio greco Phosphoros e del dio latino Lucifer. Nella tradizione popolare con questo termine generalmente s'intende un ipotetico essere incorporeo e luminoso di natura eminentemente maligna e come tale potenzialmente pericolosissimo. Secondo i principali filoni teologici del giudaismo e del cristianesimo questa entità sarebbe perfettamente assimilabile alla figura di Satana, sebbene altri studiosi contestino vivacemente siffatta identificazione.
Lucifero o Lucifer è una divinità della luce e del mattino della mitologia romana, corrispondente alla divinità greca Fosforo (o "Torcia dell'Aurora"), nome dato alla "Stella del mattino". Era figlio di Eos (l'Aurora) e di Astreo e fu padre di Ceice (Ceyx), re di Tessaglia, e di Dedalione.
Lucifero (in ebraico הילל o helel, in greco φωσφόρος, in latino lucifer) è il nome classicamente assegnato a Satana dalla tradizione giudaico-cristiana in forza dell'interpretazione prima rabbinica e poi patristica di un passo di Isaia. Più precisamente, Lucifero è considerato essere il nome di Satana prima della sua precipitazione dal Cielo da parte di Dio, e dunque la sua connotazione angelica.
Seguito all'uso del termine nel Nuovo Testamento, nei primi secoli della Chiesa, il nome Lucifer è stato considerato un titolo di Cristo:
2 Pietro 1:19 et habemus firmiorem propheticum sermonem cui bene facitis adtendentes quasi lucernae lucenti in caliginoso loco donec dies inlucescat et lucifer oriatur in cordibus vestris. La Nuova Diodati Noi abbiamo anche la parola profetica piú certa a cui fate bene a porgere attenzione, come a una lampada che splende in un luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori,
Per esempio nell'inno Carmen aurorae, o come un nome adatto per i bambini cristiani. Vedi San Lucifero, il vescovo di Cagliari (morto 370).
Nella Vulgata, cioè la versione latina della Bibbia, il termine portatore di luce è utilizzato due volte: una volta nel Vecchio Testamento e una volta nel Nuovo Testamento esso è inserito da Pietro come termine allegorico e morale[1], mentre nell'Antico Testamento è appunto il profeta Isaia ad applicare tale nome al re di Babilonia, la cui caduta è oggetto dell'ironia del profeta. I Padri della Chiesa tennero dunque conto del frequente accostamento sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento di Babilonia al regno del peccato, dell'idolatria e della perdizione[2], nonché dei quattro sensi delle Scritture, e da ciò posero l'identità fra il Lucifero di Isaia e il Satana di Giobbe e dei Vangeli. In effetti rileggendo il passo del profeta se ne può ricavare un'impressione non solo politica ma anche squisitamente teologica: « Negli inferi è precipitato il tuo fasto, la musica delle tue arpe; sotto di te c'è uno strato di marciume, tua coltre sono i vermi. Come mai sei caduto dal cielo, Lucifero, figlio dell'aurora? Come mai sei stato messo a terra, signore di popoli? Eppure tu pensavi: Salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono, dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale all'Altissimo. E invece sei stato precipitato negli inferi, nelle profondità dell'abisso! »
Vi è inoltre un altro passo dell'Antico Testamento che viene tradizionalmente fatto riferire,da alcuni,a Lucifero (non vi é però nessun riferimento a questo nome)in quanto altro nome di Satana, ovvero un'elegia nel libro del profeta Ezechiele nella quale Dio biasima la caduta del principe di Tiro dal suo originario stato di perfezione e di santità. Quel messaggio rivolto al “re di Tiro” contiene espressioni che valgono sia per la dinastia dei Re di Tiro che per il primo traditore, Satana. Ciò che li accumunava era la Superbia. " Mostrasti d’essere sul santo monte di Dio" Ezechiele 28:14 In questo caso il riferimento é alla collaborazione avuta un tempo tra monarchia di Tiro e i regni di Davide e Salomone, quando Tiro contribuì addirittura all’edificazione del tempio di Dio sul monte Moria. All'inizio non si trovò difetto nell’atteggiamento di Tiro verso il popolo di Dio, Israele. Poi la superbia indusse i re di Tiro ad agire con violenza contro il popolo santo di Dio. I riferimenti all'Angelo caduto sembrano in tale passo ancor più espliciti che in Isaia, dove ci si riferisce solamente alla dinastia Babilonese visto l'introduzione fatta, dove si dice esplicitamente che di elevare tale espressione al Re di Babilonai (verso 4) e che quelli che vedono Lucifero portato in quella condizione chiedono: “È questo l’uomo che agitava la terra?” Con il termine uomo, o individuo, in altre traduzioni, capiamo chiaramente che “Lucifero” è usato in riferimento a un essere umano, non a una creatura spirituale come si pensa. — Isaia In Ezechiele questo principe anonimo è chiamato addirittura cherubin
« Tu eri un modello di perfezione, pieno di sapienza, perfetto in bellezza. Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio, e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Perfetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato, finché fu trovata in te l'iniquità. Crescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati; io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, cherubino protettore, in mezzo alle pietre di fuoco. » (Ezechiele
Dell'interpretazione patristica i principali fautori sono San Girolam Tertulliano, Origene, nonché San Gregorio Magno, San Cipriano di Cartagine, San Bernardo di Chiaravalle e Sant'Agostino di Canterbury, che concordano tutti -almeno per quanto riguarda le linee essenziali- nell'affermare l'originario stato angelico di Satana e dei suoi demoni, la caduta dal Cielo dovuta alla loro superbia e al loro desiderio di usurpare Dio e infine la loro causalità efficiente nell'aver tentato l'uomo e nell'aver dunque introdotto la morte e il male (metafisico, morale e fisico) nella Creazione, che di per sè era perfetta. Tutto ciò troverebbe conferma dal passo dell'Apocalisse ove si legge: « E ci fu una battaglia nel Cielo: Michele e i suoi angeli combatterono contro il dragone. Il dragone e i suoi angeli combatterono ma non vinsero, e per loro non ci fu più posto nel Cielo. Il gran dragone, il serpente antico, che è chiamato diavolo e Satana, il seduttore di tutto il mondo, fu gettato giù: fu gettato sulla terra, e con lui furono gettati anche i suoi angeli. » (Apocalisse 12,7-9
Accanto alla tradizione teologica e letteraria riguardo Lucifero si sviluppò, già nei primi tempi di fioritura e di espansione delle dottrine cristiane, una corrente gnostica che tentò la reinterpretazione della figura luciferina in chiave salvifica e liberatrice per l'uomo dalla tirannia del Dio Creatore: secondo tale dottrina, che ha radici tanto nel Marcionismo quanto nel Manicheismo[, il serpente/Lucifero descritto nel Genesi sarebbe colui che ha indotto l'uomo alla conoscenza, la scientia boni et mali, e dunque l'elevazione dell'uomo a divinità, pur contro la volontà del Dio supremo che avrebbe voluto invece mantenere l'uomo quale suo suddito e schiavo, cioè quale essere inferiore. In tale dottrina il nome Satana scompare quasi del tutto in favore del nome Lucifero, che viene interpretato alla lettera come "Portatore di luce" e viene perciò eletto quale salvatore dell'uomo. Tutto ciò è in evidente antitesi con la concezione classica del Cristianesimo, secondo la quale invece l'aspetto luminoso di Satana è solo un mascheramento e uno strumento di seduzione. È San Paolo il primo a ricordare che: « anche Satana si traveste da angelo di luce. Non è dunque cosa eccezionale se anche i suoi servitori si travestono da servitori di giustizia; la loro fine sarà secondo le loro opere. » (2 Corinzi 11,14-15)
Comunque l'idea di Lucifero come principio positivo nonché il suo accostamento alla figura di Prometeo saranno dei motivi ripresi da una lunghissima tradizione gnostica e filosofica che nella storia ha trovato echi nell'Illuminismo, nella Massoneria, nel Rosacrocianesimo, nel Romanticismo di Byron, di Shelley, di Baudelaire e persino di Blake, e in tempi più recenti nella teosofia di Madame Blavatsky e nella sua contemporanea derivazione New Age inaugurata da Alice Bailey[; in ultimo certo si può aggiungere a tale lista anche il cosiddetto transumanesimo[19], nonché i movimenti neopagani radunati sotto al nome di Wicca[20][21]. È curioso notare come una certa critica storico-filosofico contemporanea veda persino nell'ONU e nei suoi fondamenti ideologici una malcelata forma di venerazione del Lucifero gnostico, posto che proprio la New Age sarebbe il sostrato ideologico delle Nazioni Unite.
Tutta questa enorme cultura, la cui matrice luciferica è rimasta sempre più o meno celata, può essere compendiata nel termine luciferismo (o luciferianesimo) inteso come controparte del satanismo, ove quest'ultimo accetta l'identificazione di Lucifero e Satana e anzi venera proprio l'aspetto tenebroso e demoniaco di Lucifero/Satana, mentre la visione luciferiana usualmente non accetta tale identificazione oppura l'accetta solo per risolvere l'aspetto satanico nell'aspetto luciferino (cioè l'aspetto tenebroso nell'aspetto luminoso). Posto che satanismo e luciferismo non si oppongono l'uno all'altro, il culto di Lucifero come entità spirituale oppure più semplicemente come simbolo ideale ha come presupposti teologico-filosofici l'identità fra Dio e Sophia (la Sapienza)e dunque la divinità della luce di conoscenza nell'uomo, nonché infine la benignità essenziale di qualsiasi entità che sia Portatore di luce, cioè portatore di conoscenza. Secondo tale visione dunque Cristo e Lucifero o sono figure complementari oppure sono addirittura la stessa persona in due aspetti e momenti diversi, per cui il Satana che compare nei Vangeli sarebbe stato anche il tentatore di Lucifero all'inizio dei tempi (il che presuppone la non-identità fra Lucifero e Satana). Tutto ciò rimane però senza basi teologiche o scritturali, esclusa una libera interpretazione in cui un principio delle filosofie orientali quale la complementarietà di Bene e Male è eretto a criterio di lettura di un testo che non appartiene all'Oriente e che fondamentalmente non condivide tale principio.A tale proposito il Magistero ecclesiale avverte i cristiani con le parole di San Paolo: « Nessuno vi derubi a suo piacere del vostro premio, con un pretesto di umiltà e di culto di angeli, affidandosi alle proprie visioni, gonfio di vanità nella sua mente carnale, senza attenersi al Capo, da cui tutto il corpo (...) progredisce nella crescita che viene da Dio. » (Colossesi 2,18-19)
Lucifero nella Stregheria [modifica]
Dianus o Lucifero è un dio della Stregheria, fratello, figlio e consorte della dea Diana, Signore della Luce e del Mattino.
Lucifero, o Lucifer è l'antico nome di una divinità romana, identificata con il greco "Eosforo" (torcia di Eos, o Aurora), e con la Stella del mattino. Solo successivamente venne associato con Satana.
Dianus Lucifero è conosciuto anche come Dis (Kern) nell'aspetto di dio della morte e dell'aldilà, e come Lupercus nell'aspetto di "Figlio della Promessa", portatore di speranza e Luce.
Ha tre aspetti:
* Il Cornuto: Signore delle foreste selvagge e dio della fertilità e sensualità e della vita e morte. * L'Incappucciato: Signore dei capi (di bestiame) e delle piante. Re del raccolto e Signore della flora; Rex Nemorensis, simile al Greenman dei Celti. * L'Anziano: Signore della saggezza e guardiano dei santuari.
Nel culto della Stregheria il dio Dianus Lucifero è intimamente legato agli antichi misteri del dio etrusco Tinia, e agli dei greco-romani come Pan, Bacco, Dioniso e Apollo.
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