Questa storia, tramandata, che sto per narrarvi è quanto a me più cara. Non so perché, ma ho sempre sviluppato un amore-odio per la storia di Ishtar e Tammuz
Ps: Giusto per chiarire, Ishtar è la stessa dea che si faceva chiamare: Inanna, Astarte, Tiamat, Astaroth, Nana, Thot.
Fatevene una ragione è così. Diversi luoghi, diverse culture, implicano (a causa della lingua) diversi nomi, ma sono sempre la stessa e unica entità.
Istar è una delle principali Dee del Pantheon babilonese. Essa racchiude in sé molti ruoli. É dea dell'amore, della fertilità, dell'agricoltura, della guerra. Lei conosce i segreti del cosmo e li rivela, sa anche infondere arti e conoscenza a chi glieli chiede, in dono. Essa racchiude le dee, ma è la dea. É la massima rappresentazione divina, in quanto entità ermafrodita. Istaru, infatti, significa proprio Dea.
Questo piccolo preambolo serve per farvi calare bene nei panni della storia che andrò a raccontare, sperando che possiate comprenderla e appassionarvi, quanto io me ne sono appassionato a suo tempo.
Un giorno Isthar e sua sorella Ereshkigal, trovarono un bambino nato da un albero e quel ragazzino era Tammuz. Le due dee se ne innamorarono immediatamente e cominciarono a litigarselo, ma non potevano certo separare a metà il pargolo, così decisero di farlo trascorrere metà dell'anno con Ishatar e la metà restante con Ereshkigal. Nel periodo della sua presenza sulla terra, accanto a Ishtar tutto il pianeta, fioriva e risplendeva rigoglioso, mentre, quando scendeva negli inferi, l'inverno con i suoi clima rigidi calava impietoso. Un giorno, mentre Tammuz, era sulla terra, venne ferito mortalmente da un cinghiale e Ishtar non sembrava proprio volersi dare pace. Fu così che decise di discendere negli inferi, volta a cercare una soluzione per l'amato e impedire così la prematura morte. Ishtar dovette attraversare sette porte per raggiungere la sorella e davanti ad ogni porta, prima di attraversarla, fu costretta a togliersi un ornamento e un pezzo dell'abito, così da giungere d'innanzi a lei completamente nuda. Non era la nudità che contava però, cioè che serviva era lo scopo ovvero quello di riprendere con lei il suo adorato. In questo lato benevolo della Dea possiamo vedere come lei e Tammuz, uniti, siano coloro che fanno fiorire stagionalmente questo pianeta. Si dice infatti, che, quando lei scese negl'inferi, tutto divenne arido e freddo simbolo di sterilità. L'altro lato della sua medaglia è una faccia brutale e spietata. Lei è la signora dell'oscuro potere. Se lei non è felice non concederà pace e se anche tu possedessi la pace, non ti sarebbe permesso vivere pacatamente fin quando lei non lo decide. É dea della guerra e della caccia, sa essere spietata e magnanima al tempo stesso. Quando arrivò d'innanzi alla sorella, vide che Tammuz l'aveva tradita con essa, allora lei decise di ucciderlo. Tammuz, però, riuscì a scappare e si dice che Ishatr lo seguì prendendolo con i suoi artigli, fin quando non decise di perdonarlo. La terrà tornò ancora una volta feritile non essendo più macchiata dalla carestia.
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